Sono allarmanti i dati del rapporto “Ghiaccio bollente” del Wwf, in cui l’associazione ambientalista descrive gli effetti del cambiamento climatico sui ghiacci di tutto il mondo negli ultimi 50 anni.
Secondo lo studio, il tasso di decrescita dell’estensione della superficie ghiacciata nell’Artico è tra il 3,5 e il 4,1% ogni decennio. In Antartide, invece, negli ultimi 50 anni si sono ritirati l’87% dei ghiacciai e ben 9 piattaforme di ghiaccio hanno subito un significativo collasso. Alle attuali condizioni climatiche, si rischia di osservare un mare Artico praticamente privo di ghiacci nei mesi estivi entro il 2050.
Oltre ai poli ci sono i ghiacciai cosiddetti “alpini” – le nostre Alpi ma anche l’Himalaya, la Patagonia, l’Alaska, gli Urali e il Kilimangiaro – che vedono una riduzione fino al 75%. Nello specifico, la superficie dei ghiacciai sulle nostre Alpi si è ridotta del 40% in poco più di 50 anni, passando dai 519 km quadri del 1962 agli attuali 368 km quadri.
“Il problema non è così remoto come sembra: dal ghiaccio del pianeta dipendono risorse idriche, mitigazione del clima, equilibrio degli Oceani, emissioni di gas serra”, sottolinea il Wwf. E anche la sicurezza dell’uomo: “l’innalzamento dei mari minaccia i 360 milioni di abitanti delle metropoli costiere. Il 70% delle coste mondiali rischia di venire sommerso“.
Sono a rischio, inoltre, numerose specie animali, dalle balene agli orsi polari, i due terzi dei quali, senza ghiaccio, potrebbero scomparire già nel 2050.