Nuova strage di civili in Siria. Almeno 38 persone sono morte e altre 150 sono rimaste ferite dopo il lancio di razzi su Aleppo. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Secondo le fonti dell’organizzazione, con sede in Inghilterra e vicina all’opposizione siriana, i razzi sarebbero caduti in tre quartieri controllati dalle forze governative e tra le vittime ci sarebbero 14 bambini e tre donne. Ed è battaglia anche sulle cifre: l’agenzia statale siriana Sana parla, invece, di 20 civili morti e 100 feriti, in attacchi su Aleppo portati con razzi da parte di “terroristi”.
Vittime anche ad Hasakeh, città controllata dalle forze curde nel nord-est del paese, dove un duplice attacco suicida con autobombe è costato la vita a 7 persone e altre 21 sono rimaste ferite. Gli attentati sono stati rivendicati dallo stato islamico.
Intanto, il ministro della Difesa australiano Kevin Andrews, ha dichiarato che l’aviazione australiana ha eseguito il suo primo raid contro lo Stato islamico in Siria, distruggendo blindati degli jihadisti.
Usa, Canada, Turchia e gli Stati del Golfo stanno già conducendo raid aerei su obiettivi Isis in Siria. L’Australia ha aderito l’anno scorso alla coalizione guidata dagli Usa in Iraq e ha esteso la settimana scorsa le sue operazioni aeree alla Siria.
E oggi ecco un forte messaggio lanciato dal presidente siriano, Bashar Al Assad, in un’intervista ai media russi si dice pronto a lasciare il potere ma solo dietro richiesta del popolo. “Se il popolo desidera che il presidente rimanga, lui rimane, altrimenti dovrebbe lasciare immediatamente. Il presidente – continua – non lascia per decisione degli Stati Uniti, del Consiglio di sicurezza dell’Onu o della Conferenza di Ginevra”.
Assad critica esplicitamente l’Europa sulla questione dell’Isis.