Sono quarantaquattro le ordinanze di custodia in corso di esecuzione da parte della Dia di Napoli nell’ambito di un’inchiesta sulla fazione del clan dei Casalesi che fa capo alla famiglia Russo. Nel mirino degli investigatori il coinvolgimento dei clan nella gestione di slot machine e video poker.
Secondo quanto reso noto, la famiglia Russo, dopo i numerosi arresti nei confronti della potente cosca attiva nel Casertano, si sarebbe collocata ai vertici dell’organizzazione. Sono state sequestrate cinque aziende operanti nel settore delle slot e dei videopoker per un valore stimato in 20 milioni di euro.
Nello specifico sono 3.200 le slot machine sequestrate in vari esercizi commerciali in Campania, Lazio e Toscana. Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione camorristica, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza e riciclaggio, tutti reati aggravati dalla finalità mafiosa.
L’indagine riguarda le attività del gruppo Schiavone-Russo, indicato come il nucleo centrale dell’organizzazione, comandato da Francesco Schiavone, detto Sandokan, e da Giuseppe Russo, ‘o Padrino, entrambi detenuti. Dopo la cattura di numerosi esponenti di primo piano, la famiglia Russo, secondo gli inquirenti, avrebbe assunto un ruolo di vertice.
Corrado Russo (l’unico fratello libero) e Raffaele Nicola Russo sono ritenuti i reggenti del clan dei Casalesi ai quali sarebbe stato affidato il compito di riorganizzare le fila “soprattutto da un punto di vista militare”, come sottolineano gli investigatori. Gli sviluppi dell’inchiesta si fondano su intercettazioni e sulle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia.
I Russo si erano imposti “nella gestione delle estorsioni e del controllo degli appalti, in rapporti con rappresentanti delle amministrazioni locali, e nel controllo, anche attraverso commercianti e imprenditori ‘compiacenti’, delle principali attività economiche. Tra queste il monopolio di slot machine e videopoker, settore gestito attraverso prestanome incensurati.
Tra gli arrestati c’è anche un noto fantino, Mario Minopoli. Il fantino, che ha condotto il cavallo Madison Om, è accusato di averlo fatto pur consapevole che il cavallo era di proprietà di un esponente del clan.