Area Popolare (Ncd-Udc) punta sul Sud. Lo fa con un piano articolato di interventi infrastrutturali e soprattutto riproponendo il tema del Ponte sullo Stretto. È già pronto in tal senso un disegno di legge che ripropone la centralità del Ponte: argomento che sarà sottoposto all’attenzione del premier Renzi per ipotizzare una calendarizzazione degli interventi.
Le proposte sono state presentate nella sede dello Svimez dal gruppo parlamentare di Area Popolare alla presenza del ministro Angelino Alfano. Le tre macro aree di intervento riguardano il rilancio degli investimenti produttivi; la riunificazione della governance degli interventi infrastrutturali, la riqualificazione delle aree retroportuali e il rilancio della nautica da diporto.
Il ministro Alfano è stato chiaro: “Piano famiglia e piano Sud sono le nostre priorità. Proponiamo un lavoro coordinato e non uno spot elettorale”.
Le proposte, più in dettaglio, riguardano il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali per strutture produttive, per la riqualificazione dell’offerta turistico-alberghiera e dell’agroalimentare; il rientro dei “cervelli”, il potenziamento delle agevolazioni fiscali per il Sud e le aree di crisi industriale complessa; gli incentivi alla delocalizzazione verso il Sud; un’ipotesi di macroregione meridionale; tempi definiti e poteri sostitutivi del Governo per l’iter degli interventi finanziati con fondi europei; incentivo alla localizzazione in aree retroportuali di imprese che possono usufruire dei servizi portuali; pacchetto di misure per il recupero di competitività del sistema “diporto nautico”.
“Sono misure concrete e sostenibili – ha commentato il deputato siciliano Dore Misuraca –. Il Sud non può essere considerato un fardello per l’Italia ma un’opportunità per un intero Paese. Accanto a queste proposte si deve prospettare una fiscalità più vantaggiosa per le regioni del Sud. I nostri obiettivi sono chiari: famiglia e Sud e sappiamo per certo che la loro fermezza sarà determinante per un’inversione di rotta, per cambiare quel percorso fallimentare delle politiche per il Mezzogiorno previste finora”.
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