Che i migranti siano tanti e che sia difficile gestirli, aiutarli, controllarli è evidente a tutti. In particolar modo agli operatori delle forze dell’ordine e a coloro che sono deputati ad accoglierli sulle coste italiane. Purtroppo la realtà di questi arrivi diventa mediaticamente palese solo quando ci sono sbarchi consistenti (le foto di barconi stracolmi fanno notizia) oppure all’accadere di fatti cruenti come quello dello stupratore seriale senegalese dei giorni scorsi, che ha violentato tre donne italiane tra cui una minorenne; l’efferato omicidio/stupro di Palagonia; il ferimento in strada, sembra per un regolamento di conti tra Liberiani, nel centro storico di Palermo oppure, sempre a Palermo, il tentato duplice omicidio, ad opera di un Ghanese armato di coltello; oppure il Tunisino che ha ucciso a calci e pugni, a Messina, la moglie mediatrice culturale.
E potremmo proseguire in questo elenco tristissimo, cui dobbiamo sommare quello dei criminali, abbondanti, italiani. Si somma appunto…appesantendo una barca, quella della sicurezza e della giustizia in Italia, in equilibrio già precario.
Le nostre città si vanno trasformando: ai nostri poveri si aggiungono i nuovi poveri, ai nostri disperati i nuovi disperati. E tutti hanno fame ed uguale diritto ad essere sfamati. In alcuni casi l’industria dell’illegalità italiana arruola nuova manovalanza a prezzi bassi, carne da macello che, anche se dovesse scomparire, non rende triste nessuno; soldati nello spaccio, nei piccoli furti, nella ricettazione; nuove schiave della prostituzione, quartieri di periferia o dei centri storici, dove le case fatiscenti con affitti modici, diventano ghetti sotto tutti i punti di vista. Senza contare che ha già preso piede in Italia la criminalità organizzata straniera, che fa tanta paura a criminologi e inquirenti.
E poi i paradossi di un sistema strano. A Romitello, un piccolo e pacifico centro collinare nel palermitano, tre nigeriani dopo avere minacciato e aggredito gli operatori del centro di accoglienza nel quale vivevano, hanno ferito anche poliziotti e carabinieri intervenuti per calmarli. Fin qui niente di nuovo, direte voi. Ma c’è una novità: oggi non sappiamo più dove si trovino i tre, poiché la Prefettura di Palermo, dopo questo loro comportamento scomposto e violento, li ha privati del diritto all’ospitalità e all’assistenza a carico dello Stato italiano. Costoro non hanno più un posto dove dormire, non hanno più di che vivere, sono stati lasciati “liberi”, se così si può dire, di andare dove vogliono. Ma non possono essere rimpatriati, perché si attende la decisione sulla loro richiesta di asilo… che arriverà tra alcuni mesi.
Come sopravviveranno costoro senza denaro, alloggio, sostegno, in una terra straniera, con una lingua che non comprendono bene, dove il lavoro è diventato un miraggio? Potrebbero cadere in qualche tentazione pericolosa? Chi lo sa…., speriamo di no. Alla luce di quanto accaduto a Romitello, il sindacato di Polizia Consap ha subito lanciato l’allarme, chiedendosi quanti tra i migranti che l’Italia ha soccorso, si trovino ora nelle stesse condizioni di questi tre nigeriani. Senza più sostegno dallo Stato, ma “ospiti” in Italia! La stragrande maggioranza dei migranti è brava gente, ma come riuscirà a tirare avanti nei prossimi anni, in una terra dove mancano il lavoro, i servizi e tanto altro….
Senza dubbio, in certi casi, per i crimini commessi dagli immigrati, c’è una sovraesposizione mediatica. Per ora il criminale straniero fa notizia e audience, perché fa paura! Ma cosa dicono i dati ufficiali sull’incidenza della criminalità tra gli stranieri in Italia?
Tenete a mente, per quello che diremo adesso, che gli stranieri attualmente presenti in Italia sono più o meno il 9% della popolazione dello Stivale, e sono aumentati di un milione in tre anni.
I detenuti nelle carceri italiane al 31 luglio di quest’anno sono 53.000 circa, di cui 36.000 italiani e 17.000 stranieri. Stranieri che rappresentano pertanto, più o meno, il 31% della popolazione carceraria italiana. Se considerate che nel 1991 gli stranieri detenuti erano solo il 15% del totale, noterete un balzo in avanti che va, comunque, di pari passo con l’aumento della popolazione straniera in Italia. Ci saremmo dovuti aspettare un 9% di detenuti stranieri nelle carceri, stando alla percentuale di presenze, ma ne abbiamo una percentuale tre volte tanto. E tra questi il 56% dei detenuti stranieri è costituito da persone provenienti da sole 4 nazioni: Romeni (tra cui anche Rom di nazionalità romena), Marocchini, Albanesi e Tunisini.
Tuttavia il dato dei detenuti in carcere potrebbe falsare la realtà, in quanto legato alla minore capacità di difesa degli immigrati durante il processo, al tipo di reati prevalentemente da loro commessi (che prevede in misura maggiore il carcere) e alla minore capacità-possibilità di accedere alle misure alternative al carcere sia prima che a seguito della condanna (ad esempio abitazioni non idonee o non esistenti e quindi impossibilità ad avere i domiciliari o altre misure alternative al carcere). Insomma, a parità di reato, è sicuramente più facile che uno Straniero vada in prigione rispetto ad un Italiano.
Ma diversa è la vicenda se osserviamo il numero di imputati, cioè coloro che le Forze dell’Ordine hanno denunciato per avere commesso un qualsiasi reato in Italia. In questo caso le possibilità di commettere reati e di essere “beccati” dalle Forze dell’Ordine sono praticamente uguali tra italiani e stranieri. Il dato è, insomma, assai più democratico. Orbene se nel 1990 gli stranieri rappresentavano il 2,5% degli imputati in Italia, nel 2009 erano il 24%, a fronte di una loro presenza in Italia di circa il 7%. Il trend tende però a peggiorare: i dati più recenti raccolti nell’ultimo dossier Idos (Dossier statistico immigrazione) raccontano che nel 2012, su un totale di 933.895 denunce, 642.992 erano a carico di cittadini italiani, 290.903 di stranieri. La criminalità straniera, secondo questo dossier, raggiunge in sostanza il 31% del totale, che scende al 27,% se escludiamo chi ha violato le leggi sull’immigrazione. Con un dato che si mantiene ancora 3 volte superiore rispetto alla loro percentuale!
A questo si aggiungano gli sconvolgenti risultati recentemente pubblicati dal Censis secondo il quale gli stranieri occupano una grossissima fetta del “mercato” dei furti in abitazione. Infatti nell’ultimo anno tra i denunciati a piede libero, per furti e rapine in appartamento, gli stranieri sono il 54,2% (8.627 persone) e tra gli arrestati il 62% del totale (4.112, il 31,4% in più solo nell’ultimo anno). Facendo una media tra denunciati e arrestati il 58% dei furti e rapine in abitazione nel nostro paese sono compiuti da stranieri, con una percentuale più di 6 volte superiore rispetto a quello che ci aspetteremmo!
Nel 2009 il Viminale diffuse dei dati allarmanti su di un crimine particolarmente abbietto e schifoso. Durante una tavola rotonda sulla violenza sulle donne, il Ministero dell’Interno dichiarò che nel Belpaese, 6 stupri su 10 erano commessi da Italiani (il 60,9% per l’esattezza), mentre gli altri 4 da stranieri. Cioè il 40% di stupri commesso da stranieri che nel 2009 non erano certamente il 40% della popolazione italiana ma appena il 6%. Con un tasso 7 volte più alto. Tale percentuale è rimasta praticamente invariata anche nel 2012, con 4.412 stupri denunciati nell’anno, di cui 1776 commessi da stranieri (ancora fonte Centro Studi e ricerche Idos).
Non c’è dubbio che il contesto di emarginazione, a volte di esclusione sociale, e la povertà, in cui vivono molti migranti rende più facile cadere tra i tentacoli del crimine, che può diventare anche uno strumento per arrivare a fine mese (certamente con l’esclusione degli stupri). E anche il fatto che tra gli immigrati ci siano più giovani che tra gli Italiani, influisce su di una maggiore percentuale di episodi criminosi.
Ma a coloro che sono vittime di questi crimini, vittime italiane o straniere che siano, non sarà facile spiegare tale semplice equazione sociologica! Resta solo la paura. Un timore che come vedete non è del tutto infondata, anche se talvolta esagerata o mediaticamente “pompata”.
Il quadro che abbiamo delineato ci sembra abbastanza complesso e necessita di profonda riflessione da parte degli organi competenti! Una riflessione urgente. La polizia fa quello che può, con tutti i criminali, a prescindere dalla loro provenienza.
Se tra gli Italiani ci sono dei razzisti, non possiamo che provare pena per loro e per la loro stupidità…ma sappiamo che tra gli Italiani c’è tanta gente che ha paura, senza avere alcun pregiudizio o preconcetto verso gli immigrati. Donne, anziani, famiglie..fasce deboli soprattutto.
Riteniamo che l’Italia e l’Europa abbiano l’obbligo di trovare delle soluzioni, non si può perdere così il controllo di tutte queste persone che vivono in una situazione di stress emotivo perenne e di difficoltà di integrazione. Lo Stato non deve scusarsi, non deve emozionarsi ma restare lucido e trovare delle risposte, deve impedire che questi fatti si ripetano, e soprattutto deve garantire la sicurezza dei cittadini. Forse decidere in fretta sulle richieste di asilo ci aiuterebbe. Occorre agire adesso, prima che sia troppo tardi e la paura si trasformi davvero nel terribile verme della discriminazione e del razzismo.
* Igor Gelarda e Carmelo Catalano, autori della nota, sono dirigenti nazionali del sindacato Consap