Addio “gaffe”, addio post sgraziati, insomma…addio errori su Twitter. Il sito Politwoops, da sempre servito a quegli utenti di Twitter che volevano capire se un post pubblicato da un politico fosse stato cancellato dopo la pubblicazione, non sarà più operativo.
Questo perché Twitter ha ritirato l’accesso al proprio archivio, sino ad oggi garantito per gli utenti del sito. Era un servizio che metteva avanti la trasparenza alla privacy, come fosse un monito per i politici: qualsiasi cosa scritta su Twitter poteva essere recuperata in qualsiasi momento, nonostante la sua cancellazione dal profilo personale.
Politwoops (crasi di “Politician”, politico, e “Ooops”, la rappresentazione fumettistica dello sbaglio) non potrà più accedere alle API (le librerie di funzione che fanno interagire i programmatori con il software, ndr.) che permettevano di ritrovare i tweet cancellati: e lo stesso è successo agli altri account, 31, che operavano allo stesso modo di Politwoops.
È subito scattata la polemica per questa mancanza di trasparenza, che privilegia chi ha una posizione di potere più alta: ma il social network chiarisce che si tratta semplicemente di privacy, e la decisione è avvenuta “dopo approfondite discussioni interne e la considerazione di un certo numero di fattori”.
“Cancellare un tweet – spiegano gli sviluppatori della piattaforma – è un’espressione della voce dell’utente”. Controbatte il direttore della Open State Foundation, Arjan El Fassed: “Ciò che i politici eletti dicono pubblicamente è una questione di documentazione pubblica. Anche quando vengono cancellati, quei tweet fanno parte della storia parlamentare”.
“Ciò che i politici dicono in pubblico dovrebbe essere disponibile a tutti – ha spiegato El Fassed – . Non parliamo di refusi, ma di una possibilità unica di comprensione di come i messaggi dei politici possono cambiare senza preavviso”.
Alcuni commentatori avanzano poi un’altra ipotesi: che non siano tanto i problemi della trasparenza o della privacy a interessare a Twitter, quanto il problema iscrizioni. Il social non sta avendo lo sviluppo sperato, e la piattaforma non vorrebbe allontanare dunque gli utenti più noti, che hanno un gran numero di follower e risulterebbero più importanti di chi si lamenta.