È arrivata la sentenza definitiva della corte europea dei diritti umani sulla legge 40 del 2004: il divieto di usare gli embrioni per la ricerca scientifica non viola i diritti di Adelina Parrillo.
I giudici hanno riconosciuto però all’Italia un ampio margine di manovra per una questione particolarmente delicata, su cui non c’è un consenso generale a livello europeo. Secondo la corte, non è certo che il partner di Adelina Parrillo, morto a Nassiriya, avrebbe donato gli embrioni alla scienza.
Da Strasburgo, i giudici hanno reputato inapplicabile il diritto alla proprietà invocato dalla donna: “Non può andare bene per questo caso, visto che gli embrioni umani non possono essere ridotti a una proprietà come viene definita dall’articolo 1, protocollo 1, della convenzione europea sui diritti umani”.