Alla presidenza c’è un afroamericano da più di cinque anni, eppure di violenza razziale per le strade degli Stati Uniti non se n’è mai vista tanta: l’episodio di Eric Garner, i fatti di Baltimora e la morte di Freddie Gray, le violenze di Ferguson contro Michael Brown. Era il momento migliore o il peggiore per portare in sala un film (“Straight Outta Compton“) che racconta con una certa crudezza le violenze razziali dei ghetti di Los Angeles, di Compton alla fine degli anni Ottanta, di poliziotti bianchi contro cittadini neri, della nascita di canzoni come “Fuck tha Police“, “Vaff*****o la polizia”?
Il pubblico ha detto la sua: è il momento migliore. E “Straight Outta Compton” è schizzato in vetta alle classifiche, sbancando al botteghino con un incasso di oltre 56 milioni di dollari nel solo weekend d’apertura. Le avventure discografiche del gruppo rap che tra le sue fila contava Dr. Dre, Eazy-E, Ice Cube, MC Ren e DJ Yella hanno incollato allo schermo quasi quanto ha fatto un blockbuster del calibro di “Mission: Impossible – Rogue Nation“. Dalla sua, la regia di F. Gary Gray, che prima di passare al cinema aveva diretto proprio i video di Ice Cube (“It Was a Good Day”) e Dr. Dre (“Natural Born Killaz”), e la colonna sonora dello stesso Dre, primo suo album dopo 16 anni di inattività.
Dall’altra parte della barricata, in senso figurato e letterale, sta la polizia di Los Angeles. Gli agenti dell’LAPD hanno protestato contro l’uscita della pellicola, arrivata al cinema “nel momento peggiore”. In un’intervista con TMZ, il consigliere del terzo distretto di Los Angeles, Dennis Zine, ha spiegato che il film rappresenta i poliziotti come “macchine per i pestaggi. È un momento terribile per metterlo in sala. Sta gettando benzina sul fuoco dell’odio razziale“. Fuoco che divampa già dalla prima metà dello scorso anno. E non è soltanto Zine a schierarsi contro la pellicola. Gli agenti del Los Angeles Police Department, che hanno preferito restare nell’anonimato, hanno protestato: “Sembra che la Universal voglia fare soldi sulla testa di chi tenta di tenere Los Angeles al sicuro“.