Si chiama Will Brooker, è un professore di cinema e studi culturali all’università di Kingston (Londra), e ha deciso di vivere come David Bowie per un intero anno. Lo scopo? Capire meglio il vissuto del cantante, che nell’arco di una decade (1969-1979) fu un’icona del folk, poi paladino del glam, stella del soul e dunque innovatore a cavallo tra krautrock e avanguardia.
Alla fine dell’anno camaleonticamente vissuto da David Bowie, Brooker dovrà raccogliere le sue esperienze in una monografia sulla stella del pop, intitolata “Forever Stardust“. Sempre per il progetto, Brooker userà il guardaroba che imiti i vari periodi di Bowie, seguirà la sua dieta e approfondirà gli stessi interessi culturali che ogni personaggio incarnato da Bowie aveva. Il prossimo mese, per approfondire quanto accadde quando il cantante si trasferì in Germania, Brooker visiterà Berlino.
Ecco qualcuno dei travestimenti già adottati dal professore, prontamente condivisi su Twitter:
In questa prima foto, Brooker si rifà al periodo di “Diamond Dogs”. In quella subito sotto, il professore prende a riferimento il periodo tra il 1975 e il 1976, l’annata di “Young Americans” e di “Station to Station”:
“L’idea è quella di abitare il cervello di Bowie in vari punti della sua vita e della sua carriera, per comprendere l’opera da un punto di vista originale, mantenendo però una prospettiva critica e al contempo oggettiva, quasi come uno sdoppiamento della personalità“, ha spiegato Brooker. “Leggendo uno strano libro di fantascienza o un libro di magia riuscirete a capire cosa significa essere nella testa di David, e vedrete quanto è strano. È un posto pericoloso, il suo cervello, un posto dove non vorreste vivere a lungo”, ha aggiunto all’emittente australiana ABC.
La fortuna del professore? “Attraverserò tutta la sua carriera da un punto di vista cronologico. Arrivando al 1983, mi ripulirò, come fece lui. A quel punto mi abbronzerò, mi taglierò ancora i capelli e sbiancherò i denti”. E quale sarà la reazione di Bowie al progetto? “Spero si interesserà e si divertirà con la mia ricerca. Sento, però, che tutto quello che lui dice e fa in pubblico sia spettacolo, quindi se mai gli dovesse arrivare la notizia del mio progetto, dubito conosceremo il suo pensiero genuino”.