La bandiera americana torna a sventolare all’Avana dopo 54 anni. Come segno di ulteriore distensione tra i due Paesi oggi riapre dell’ambasciata americana all’Avana. Qualche giorno fa, a riaprire è stata l’ambasciata cubana a Washington. Ad innalzare la bandiera gli stessi soldati che l’ammainarono quel giorno di molti anni fa.
Alla cerimonia di riapertura partecipa segretario di Stato Usa, John Kerry. Gli Stati Uniti e Cuba “non sono più nemici o rivali, ma vicini”, ha dichiarato il segretario di Stato statunitense. “Grazie alla democrazia i cubani potranno modellare meglio il loro futuro – ha poi aggiunto -. Auspico che si onorino gli impegni sui diritti umani”.
Il capo della diplomazia di Washington incontra oggi il ministro degli Esteri cubano, l’arcivescovo cattolico del paese e un gruppo di dissidenti fra i quali Yoani Sanchez, Manuel Cuesta Morua e Martha Beatriz Roque.
Sono centinaia i cubani accorsi oggi, dalle prime ore della mattina, davanti all’ambasciata americana all’Avana, sul lungo mare del Malecon, per assistere alla cerimonia dell’alzabandiera a stelle e strisce nella sede diplomatica. Anche se i media ufficiali – gli unici che esistono sull’isola – stanno offrendo una copertura in diretta della visita del segretario di Stato John Kerry, la prima di un capo della diplomazia Usa dal 1945, molti abitanti dell’Avana hanno voluto comunque assistere in persona all’avvenimento.
Fidel Castro presenta il conto a Washington per l’embargo di questi decenni contro l’isola comunista: e lo fa senza giri di parole, nel giorno del suo 89/o compleanno e a poche ore dalla storica riapertura dell’ ambasciata Usa alla presenza del segretario di Stato John Kerry. “Ci dovete molti milioni di dollari”, dice in sostanza il ‘lider maximo’ in un articolo, probabilmente anche nel contesto della nuova fase dei rapporti L’Avana-Washington.
Nel breve articolo, il quasi novantenne Castro non cita esplicitamente il termine “embargo”, così come d’altro lato non fa parola della visita di Kerry o della normalizzazione dei rapporti bilaterali. E’ chiaro però che il tema chiave è proprio il “bloqueo”, economico e non solo, degli Usa con l’isola comunista.