Si è conclusa dopo 48 ore di “prigionia” la disavventura dello speleologo Salvatore Manca all’interno della grotta di “Conca ‘e Iocoli“. Le operazioni di salvataggio del 45enne si sono concluse alle 5,10 sul Monte Montalbo di Siniscola (Nuoro).
Una frana aveva costretto Manca a rimanere quasi due giorni nel cunicolo a 600 metri dall’ingresso della grotta. Insieme ad amici stava visitando l’anfratto, ma l’improvviso crollo lo aveva ferito impedendogli il ritorno in superficie.
Dopo l’arrivo in grotta di una squadra di sette uomini della Commissione Disostruzione del Corpo Nazionale Alpino e Speleologico dalla penisola, i “disostruttori” a metà pomeriggio hanno rinforzato il gruppo velocizzando le operazioni.
Con l’autorizzazione della Prefettura di Nuoro si è potuto utilizzare l’esplosivo. Il trasporto vero e proprio è iniziato alle 20 circa con l’autorizzazione del medico e dell’infermiere, entrambi della Commissione Medica Nazionale Cnsas.
Presente per tutta la durata del soccorso il gruppo dei tecnici speleosubacquei, fondamentali sin dai primi rilievi nei tratti completamente allagati e nei piccoli laghi. All’interno della grotta si sono avvicendati circa 50 tecnici del Cnsas.
I vigili del fuoco hanno allestito la teleferica esterna per il trasporto della barella con il ferito. Manca è stato quindi portato all’ospedale “San Francesco” di Nuoro in buone condizioni di salute.
Antonello Casu, addetto stampa del Corpo Nazionale Alpino e Speleologico della Sardegna, ha detto all’Adnkronos: “Appena uscito era certo stanco, ma di ottimo umore, e ha riso e scherzato con l’equipe che lo attendeva all’esterno della grotta”.
