“Salvatore Girone è trattato come un ostaggio, costretto a restare in India nonostante non sia stato ancora incriminato”. Questo l’atto di accusa dell’ambasciatore Francesco Azzarello al Tribunale di Amburgo in occasione dell’inizio del processo internazionale.
Azzarello sottolinea come i marò “non siano ancora stati incriminati di alcun reato” dalla giustizia indiana. Ma l’India “dimostra di disprezzare il giusto processo con un atteggiamento che esemplifica al meglio l’impasse in cui oggi ci troviamo”. I due fucilieri “proclamano la loro innocenza. Girone è ostaggio dell’India”, ha aggiunto.
Tra le motivazioni inserite nel documento presentato al Tribunale di Amburgo, si legge a proposito di Girone come “Delhi lo consideri una garanzia che Latorre tornerà alla fine della sua permanenza in Italia”, stabilita dalla Corte suprema indiana per gennaio 2016.
Delhi non ci sta e replica a stretto giro di posta: “Definire Girone un ostaggio è inappropriato e offensivo, gode di una vita confortevole. La salute di Latorre potrebbe migliorare nei prossimi mesi”. Poi aggiunge: “L’Italia tenta di suscitare compassione facendo apparire i due fucilieri come vittime”.
Un atteggiamento che cozza con quello “discriminatorio tenuto nei confronti di due pescatori innocenti e della sofferenza inflitta alle loro famiglie”. Ma al centro delle denunce presentate dall’Italia, c’è ovviamente anche Latorre: “Gli ultimi rapporti medici sullo stato di salute del sergente evocano rischi che potrebbero verificarsi se fosse costretto a tornare in India”.
“In mancanza di un capo d’accusa, le restrizioni alla libertà dei due fucilieri – prosegue Azzarello – e la loro durata sono arbitrarie e ingiustificabili”. Si teme quindi per le possibili “conseguenze irreparabili per la loro salute e il loro benessere”. Si denuncia in sostanza “una violazione dei loro diritti fondamentali“.
Violazione degli obblighi internazionali, ecco l’accusa principale dell’Italia: “L’India ha violato i suoi obblighi internazionali, impedendo all’Italia di esercitare la propria giurisdizione”. Sarebbe quindi stata lesa “la libertà di navigazione, oltre al il dovere di adempiere agli obblighi della Convenzione del mare”.
Violata anche “la giurisdizione esclusiva dello Stato della bandiera e il dovere di cooperare alla repressione della pirateria”. Per Azzarello “la frustrazione, lo stress, il deterioramento delle condizioni mediche delle persone direttamente e indirettamente coinvolte, minacciano un grave danno ai diritti dell’Italia. Per questo bisogna risolvere con urgenza la situazione“.