Occorrerà attendere ancora due giorni per guardare le stelle cadenti. Stasera sarà per tradizione la notte di San Lorenzo ma sia per chi ama l’astronomia sia per chi vorrebbe esprimere un desiderio si dovrà attendere qualche giorno.
Per meglio godere delle “lacrime di San Lorenzo” sarà meglio ricercare zone col cielo limpido senza né nubi né foschia e lontani da fonti luminose.
Scientificamente parlando non si tratta di vere e proprie stelle cadenti, ma di meteore, frammenti solidi di corpi celesti la cui elevata velocità di attraversamento dell’atmosfera terrestre ne provoca il disgregamento e la combustione, fenomeni che generano un ingente rilascio di energia, responsabile della traccia brillante che vediamo apparire nel buio. Ruotando intorno al Sole, la Terra attraversa ogni anno lo sciame meteoritico noto come Perseidi.
Nonostante la notte di San Lorenzo ricada convenzionalmente il 10 agosto, in realtà lo “sciame delle Perseidi” è un fenomeno osservabile più frequentemente per l’interno periodo estivo, poiché è questo il momento in cui il nostro pianeta si trova ad oltrepassare l’abbondante pioggia meteoritica posta lungo la sua orbita. Il picco meteoritico avviene generalmente intorno al 12 di agosto, quando in un ora, precipitano mediamente circa un centinaio di stelle.
Ma perché si parla di “lacrime di San Lorenzo”? Nel 253 d.C., esattamente il 10 agosto, avveniva il martirio del diacono Lorenzo, il cui pianto, secondo la leggenda popolare, ci cade addosso lo stesso giorno ogni anno, sotto forma di stelle cadenti, probabilmente simbolo evocativo dei carboni ardenti dove, secondo la leggenda, fu sacrificato.