Un aborto non riuscito – che ha dato poi alla luce quella che adesso è una figlia di 15 anni – è l’oggetto di una contesa che ha portato i genitori della ragazza a far causa all’ospedale per chiedere i danni.
Con ordine: tutto è iniziato nel 2000, quando una donna si sottopone a un controllo medico che le diagnostica un fibroma, oltre che una gravidanza. Insieme al marito e dietro consiglio dei medici, la coppia decide di interrompere la nuova gravidanza: un figlio c’è già, e la famiglia sarebbe completa così.
Qualcosa però va storto, il raschiamento non va come dovrebbe andare. La coppia se ne accorge troppo tardi, quando la gravidanza è arrivata alla ventunesima settimana. La bambina nasce, e il padre decide di lasciare il lavoro, prendendo il TFR e trasferendosi al Sud. Prima però la coppia pensa di far causa al medico: la vicenda si chiude con il riconoscimento di un risarcimento alla madre della piccola.
Otto anni dopo la nascita della bambina, nel 2008, il padre si rende conto che quella gravidanza, portata a termine e risultata nella figlia, ha completamente cambiato il corso della sua vita, così fa causa all’ospedale, chiedendo un “risarcimento dei danni da nascita indesiderata”: nella sua famiglia, monoreddito, la nascita e la crescita della piccola ha comportato “ripercussioni sulla vita di relazione e sconvolto l’esistenza privata e lavorativa come era stata programmata”.
La causa è adesso giunta in Cassazione, dopo essere stata rigettata in primo e secondo grado.