Per vent’anni è rimasta impunita e ha ucciso dodici persone per poi smembrarle e infine, probabilmente, divorarle. È accaduto a San Pietroburgo, dove Tamara Samsonova (68 anni), già ribattezzata dalla stampa britannica come “Granny the Ripper” (“Nonnina la squartatrice”, per fare il verso al celebre Jack), ha confessato gli omicidi dopo essere stata incastrata dalle immagini di una telecamera a circuito chiuso.
Nei video si vede la donna mentre trasporta in un sacco nero alcune parti del corpo di una vittima. Inoltre è stato ritrovato un diario, bizzarramente scritto in russo, inglese e tedesco, in cui la serial killer raccontava i macabri delitti.
La polizia l’ha arrestata dopo il ritrovamento di diverse resti di corpi smembrati, incluso un busto privo di testa, in una tenda di doccia in un parco del quartiere Kupchino di San Pietroburgo.
Le telecamere a circuito chiuso hanno permesso agli inquirenti di risalire alla casa della donna dove hanno trovato un seghetto macchiato di sangue oltre al macabro diario con tutti i particolari. Gli inquirenti ritengono possibile che la nonnina abbia mangiato parti dei corpi fatti a pezzi. L’ultima vittima, di cui era diventata amica, l’ha uccisa solo il mese scorso.
La Samsonova, ex dipendente di un hotel, drogava le sue vittime per renderle inoffensive prima di ucciderle. La maggior parte erano inquilini che ospitava a pagamento nelle stanze libere della sua casa. La polizia sospetta che abbia ucciso anche il marito scomparso nel 2005.
“Sono colpevole e merito di essere punita”, ha dichiarato la donna al giudice prima di lanciare baci verso i giornalisti. Gli psichiatri stanno accertando se sia in grado di subire un processo o se si tratti di un tentativo per sfuggire la condanna.