“Ci sono due Italia: una che ci prova e una che si lamenta solo”. Matteo Renzi torna a parlare di Italia e di sud dal Giappone, i toni sono nuovamente di sfida: “Certo c’è tanto da cambiare al sud come al nord, ci sono tanti problemi ma c’è tanto che funziona. E a me pagano per provarci”.
“Il sud è l’accordo su Carinaro – rincara Renzi – Pompei, Reggio Calabria dove abbiamo convinto Hitachi a tenere aperto lo stabilimento, l’Ilva con il decreto per ripartire”. Insomma, nessun cenno alla dura replica social di Saviano ad alcune sue dichiarazioni (“Basta piagnistei sul sud”, ndr).
Nel mirino finisce poi la minoranza Dem: “Le polemiche quotidiane dei dissidenti, che nonostante i numeri non hanno impedito di approvare le riforme, lasciano il tempo che trovano. Il Parlamento sta lavorando come mai dal ’48. Basta vedere dove stavamo un anno fa, con l’economia in discesa, e dove siamo ora”.
“Le riforme ci sono costate scioperi e polemiche continue, i dati del consenso non sono più alti come l’anno scorso ma noi abbiamo l’imperativo di cambiare l’Italia”, aggiunge Renzi che poi difende le scelte del governo. “Le leggi si fanno e con gli occhiali giusti vedrete dove saremo tra un anno”.
Ma è anche sulle nomine Rai che il governo si accinge a giocare una partita fondamentale: “Domani mattina il governo indicherà i nomi di dg e presidente. Saranno professionisti di livello, competenza e indipendenza come è giusto che sia. È evidente che la nostra scommessa sulla tv pubblica è di grande respiro”.
“Non c’erano alternative temporali al rinnovo, la prorogatio si spiega male per un’azienda da 3 miliardi – ha spiegato il premier –Alla Gasparri non c’erano alternative, la forzatura sarebbe stata non rinnovare il cda. Ora il gioco è in mano al Parlamento con la Vigilanza”.
Poi la risposta alle accuse sulle presunte nomine riservate solo “al club dei renziani”: “Il mio non è uno sfogo ma un richiamo alla realtà: intorno a me ci sono i migliori con qualità e risultati sotto gli occhi di tutti, alla faccia del cerchio stretto dei soliti noti e nomine appartenenti al club dei renziani inventati tra Scandicci e Pontassieve”.
Il premier difende quindi la qualità dei manager scelti da lui e la loro indipendenza: “Gente che non ha da dividere con me l’appartenenza politica e partitica, una grande novità per la politica italiana. Io non so come vota De Scalzi o Starace“. Quindi l’elenco: “L’ad di Eni De Scalzi, un professionista straordinario e con lui la Marcegaglia, non un’appartenente al club dei renziani”.
All’Enel “c’è Grieco e Starace che hanno avuto buoni risultati”, poi: “Alle Poste Todini e Caio, a Finmeccanica abbiamo confermato De Gennaro che è un servitore dello Stato di lungo corso e Moretti che veniva da Trenitalia e da ultimi Costamagna e Gallia…certo sono nomine che ho fatto io ma sono persone di grandissimo valore con risultati sotto gli occhi di tutti”.