“L’Italia ha finalmente svoltato dopo anni di decrescita infelice. Segno più su tutto, da turismo all’export, dall’attrazione di investimenti esteri a nuovi posti di lavoro. Segno che con le riforme le cose cambiano. Ma serve anche più consapevolezza e amor proprio: voler bene all’Italia significa smettere di sparlarle e spararle contro”.
È il messaggio del premier Matteo Renzi che è in visita ufficiale in Giappone dove domani incontrerà il primo ministro Shinzo Abe.
“Sul Sud basta piagnistei: rimbocchiamoci le maniche. L’Italia, lo dicono i dati, è ripartita. È vero che il Sud cresce di meno e sicuramente il governo deve fare di più ma basta piangersi addosso”.
“Io e Abe – ha detto inoltre parlando alla comunità italiana in giappone nella residenza dell’ambasciatore a Tokyo – siamo colleghi e anche lui è impegnato in una riforma costituzionale. Certo lui è più fortunato perché ha solo due passaggi, ma noi andremo fino in fondo e faremo il referendum in cui i cittadini diranno sì o no”.
“Sono due milioni e settecentomila – ha proseguito – i giapponesi che vengono in visita in Italia. Chi fa un viaggio di diecimila chilometri deve essere accolto con la massima attenzione e quindi dobbiamo mettere a posto di più le nostre città”. Un messaggio lanciato ai sindaci dei comuni italiani ai quali Renzi ha chiesto “che nei prossimi mesi lavorino di più”.
E parlando alla comunità italiana nella residenza dell’ambasciatore a Tokyo, Renzi ha dichiarato che “Mercoledì, al massimo giovedì, approviamo la riforma della P.a”.
Il presidente del Consiglio interverrà all’università di Tokyo e poi incontrerà sia l’imperatore giapponese sia il primo ministro Shinzo Abe. Renzi, stasera presso l’ambasciata italiana, avrà una serie di incontri sia con gli imprenditori italiani che investono in Giappone, sia con la comunità finanziaria nipponica.
Contro le parole del premier è intervenuto lo scrittore Roberto Saviano: “Mi addolora molto che sia definito “piagnisteo” ricordare che al Sud il numero degli occupati è al livello più basso dal 1977 – scrive Saviano su Facebook -, la natalità ai minimi storici dai tempi dell’Unità d’Italia. I meridionali fuggono al Nord e all’estero, i migranti stranieri che arrivano sulle nostre coste mirano a trasferirsi in altri Paesi. Il tutto nella totale assenza di progetti e investimenti. Questo è un urlo di dolore, non un piagnisteo che sembra invece somigliare di più alla cantilena del ‘va tutto bene'”.