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La delusione amara de “La ragazza del treno” | Quando un thriller banale diventa un successo

Lo ammetto ci sono cascata anche io. Ho visto la pubblicità che reclamava milioni su milioni di copie vendute nei primi mesi dalla pubblicazione, ho visto la home di Instagram piena di foto che lo sponsorizzavano. Ma poi ho letto i commenti e ho scoperto di non essere stata l’unica a essere stata “ingannata”.

“La ragazza del treno”, esordio letterario di Paula Hawkins, nasce da una corretta intuizione ma poi si ferma lì. Perché per fare un buon thriller bisogna essere preparati, non basta saper scrivere bene.

La Hawkins ci narra un omicidio, attraverso gli occhi delle tre donne coinvolte nella vicenda, una delle quale poi sarà la vittima. Un ottimo spunto che lascia ben presagire anche se il libro stenta a decollare. Più si va avanti con la lettura più ci si accorge che le dinamiche che coinvolgono i personaggi sono sempre le stesse e anzi a volte sembra proprio di rileggere le stesse pagine.

C’è Rachel che ha un problema con l’alcool, che non vuole bere ma che poi finisce svenuta a letto (più e più volte); c’è Anna che ha paura di Rachel e si lamenta (più e più volte) con il marito che guarda caso è l’ex di Rachel; e c’è Megan che è triste e felice insieme e (più e più volte) racconta quanto sta male. Tre donne che finiscono per assomigliarsi e che rimangono quasi imprigionate nel loro stereotipo, recitando sempre lo stesso copione anche quando si incontrano.

Per gli uomini protagonisti del romanzo si potrebbe dire la stessa cosa: dolci e premurosi all’apparenza, violenti e rabbiosi dentro le mura domestiche. Per non parlare del finale che è di una banalità sconvolgente.

Su internet ho lette recensioni entusiastiche e commenti cattivissimi. Alcuni molto più cattivi di questo che avete appena letto. Diciamo che Paula Hawkins ha senza dubbio del potenziale, ma che deve lavorare un po’ più sui personaggi. E che un po’ di ironia qua e là non guasterebbe…

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

Visualizza Commenti

  • Per il mio parere è forse più opportuno considerare "La ragazza del treno" un romanzo drammatico travestito da thriller.
    Il finale non è sorprendente e inatteso, il ritmo non è incalzante, i protagonisti non hanno un profilo psicologico ben distinto… perché non è un thriller!
    Se interessa, la mia recensione è qui: https://goo.gl/BbNAmi

    • Gentilissimo Fabio, io ho letto la sua recensione (sebbene non sia citato il mio articolo!) e sono d'accordo su quanto scrive. Ci tenevo solo a precisare che io ho letto il libro (non ho rimpastato il comunicato stampa) e non l'ho "incensato" sebbene scriva per una testata giornalistica nazionale. Prima di tutto io sono una lettrice. Grazie.

  • Gentile Azzurra,
    la ringrazio per la cortese risposta. Lei ha avuto la cura di leggere il libro, dunque ha saputo riconoscerne le qualità!! :-) Per questo motivo non l'ho citata fra i recensori "distratti".
    Ho voluto lasciarle un mio commento alla sua recensione, che come avrà capito condivido, per proporre uno spunto critico positivo: si potrebbe essere più generosi con questo romanzo solo ripensandolo daccapo ed evitando anzitutto di considerarlo un thriller.

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Azzurra Sichera
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