Ci sono ancora molti dubbi e diverse versioni in merito alla morte di Marco Guerra, il 33enne con la passione per il body building che ieri è stato ucciso con un colpo di pistola sparato da un carabiniere. Quello che è certo è che il ragazzo, conosciuto come una persona ‘irrequieta’ non voleva sottoporsi al trattamento sanitario.
Secondo quanto si è appreso, sono stati gli stessi familiari della vittima a chiamare il 112 e il 118, segnalando che il parente era fortemente esagitato. Giunti sul posto, i medici e i carabinieri hanno cercato di convincere l’uomo a seguirli per andare in ospedale per le cure del caso ma il giovane si è divincolato, scaraventando a terra alcuni militari e fuggendo verso i campi.
Gli investigatori l’avrebbero rincorso ma solo uno di essi sarebbe riuscito a raggiungerlo e a placcarlo a terra.
Da questo momento ci sono diverse versioni. Secondo le prime testimonianze, Guerra avrebbe preso a calci e pugni il militare colpendolo poi alla testa con un corpo contundente. Un altro carabiniere, sopraggiunto nel frattempo, vedendo il collega a terra e pieno di sangue, avrebbe estratto la pistola d’ordinanza sparando due volte in aria. Avrebbe poi premuto il grilletto una terza volta e il proiettile si è conficcato su un fianco di Guerra.
A nulla è valso l’intervento dei medici dell’ambulanza che hanno tentato di salvare l’uomo che è morto quasi subito.
Come sia andata veramente lo stabilirà la procura di Rovigo, competente per quella zona.
Ieri sera sono stati sentiti a lungo i familiari della vittima. Sul corpo sarà eseguita l’autopsia, grazie alla quale si potrà stabilire da quale distanza sia stato sparato il colpo che l’ha ucciso. L’arma del militare è già stata acquisita dagli investigatori.
Proseguono gli accertamenti da parte del Nucleo investigativo dei carabinieri per accertare la dinamica dei fatti. Il militare rimasto ferito – frattura al cranio, alla mandibola e a sei costole – è ricoverato in ospedale e le sue condizioni di salute sono state considerate serie dai medici, ma non è in pericolo di vita.