I carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza e del R.o.s. stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di componenti di un’organizzazione criminale dedita al traffico illecito di reperti trafugati dalle più importanti aree archeologiche della Calabria.
Sono quattro (e non sette, come si era appreso in un primo tempo) le persone arrestate nell’operazione “Purgatorio” dei carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale della Calabria e del Ros, coordinata dalla Dda di Catanzaro, con la quale è stata sgominata un’organizzazione criminale dedita all’impossessamento e al trasferimento all’estero di reperti archeologici.
Tra le persone finite in manette il boss Pantaleone Mancuso, di 78 anni, detto “Vetrinetta”, uno dei capi storici dell’omonima cosca della ‘ndrangheta. Ai domiciliari anche l’archeologo Giuseppe Braghò, noto per i suoi studi sui Bronzi di Riace. La persona di nazionalità svizzera coinvolta nell’operazione è Luigi Fabiano, residente a Berna in Svizzera. Nei suoi confronti è stata applicata la misura cautelare del divieto di dimora nel territorio comunale di Vibo Valentia.
Gli altri due arrestati sono Francesco Staropoli (56), Giuseppe Tavella (54). Altri destinatari della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Vibo Valentia sono, invece Orazio Cicerone (42) e Pietro Proto (53).
L’inchiesta della Dda di Catanzaro nell’ambito della quale sono stati effettuati gli arresti è stata coordinata dai due procuratori aggiunti, Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri, e dal sostituto Camillo Falvo. Al centro delle indagini un articolato sodalizio criminale, diretta emanazione della cosca ‘Mancuso’ della ‘ndrangheta, egemone nella provincia di Vibo Valentia. Sono in corso numerose perquisizioni nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Napoli, Avellino, Roma e Asti.
È coinvolta anche una persona di nazionalità svizzera nell’operazione, denominata “Purgatorio”. Lo svizzero coinvolto è noto per essere, a sua volta, un trafficante internazionale di reperti archeologici e che, nel caso specifico, si sarebbe interessato a ritrovamenti effettuati in Calabria.
Nel corso delle indagini è stata effettuata anche una rogatoria internazionale con la Procura di Thun (Berna) che ha portato ad una perquisizione nell’abitazione del trafficante svizzero. I reperti trovati nell’abitazione dell’uomo, che gli erano stati inviati direttamente dalla Calabria, sono stati sequestrati e riportati in Calabria.
Durante le perquisizioni, che hanno riguardato diverse province italiane, sono stati trovati anche metal detector e altro materiale utilizzato dall’organizzazione criminale per la ricerca di reperti archeologici.