Dopo il commovente intervento a Palazzo di Giustizia, in difesa della sorella Lucia, Manfredi Borsellino spiega di non aver avvisato nessuno delle sue intenzioni. “Lucia non poteva parlare e ci ho pensato io. Nulla di concordato. Lei, in vacanza con nostra sorella Fiammetta a Pantelleria, non si aspettava niente di tutto questo. Io non ci ho dormito la notte”. In un colloquio con il Corriere della Sera, Manfredi Borsellino racconta così la sua decisione di prendere la parola durante la cerimonia di commemorazione della strage di via D’Amelio.
“Sapevo – spiega il figlio del magistrato ucciso – che il presidente Mattarella alle 3 sarebbe andato al Palazzo di giustizia. A mezzogiorno ho buttato giù qualche riga. Alle 2 mi sono presentato in tribunale, dal presidente della Corte di appello, Gioacchino Natoli. Ho chiesto un contatto col cerimoniale. Un breve incontro con il capo dello Stato. E poi ho parlato nell’aula magna”.
“Nell’aula magna del palazzo di giustizia – riflette Manfredi Borsellino – mi sembrava di rivivere lo stesso sconforto di Rosaria Schifani ai funerali di 23 anni fa. Fortunatamente è stato un attimo, solo un attimo, poi è prevalso l’ottimismo che ci hanno lasciato i nostri cari caduti a Capaci e in via D’Amelio”.
Le parole del governatore Crocetta, che ha affermato di avere sempre sostenuto Lucia e di aver vissuto il suo stesso calvario? “Io per il lavoro che faccio come commissario della polizia di Stato non entro nel merito del contraddittorio con uomini politici. Non posso essere trascinato in dibattiti politici. È roba che non interessa me, la mia famiglia, la stessa Lucia che in questi anni non ha fatto politica. Lei è stata assessore tecnico”