La moda italiana piange la scomparsa di Elio Fiorucci. Il mito di una delle più geniali menti imprenditoriali del “Bel Paese” ha inizio nel lontano 1967, anno in cui ancora giovanissimo, Fiorucci aprì il primo negozio in Galleria Passerella a Milano disegnato da Amalia Del Ponte.
Già da piccolo, però, si era occupato di moda prima collaborando con il padre e poi creando una sua attività dedicata alle mode provenienti dal mondo anglosassone alla fine degli anni sessanta.
Nel 1970 prendi il via la produzione di abiti per il tempo libero, i jeans su tutti, con il marchio Fiorucci. La fortuna della nuova linea di produzione è tale che i prodotti vengono distribuiti anche all’estero, prima in Europa e poi in Giappone, Stati Uniti e Sud America.
Aprono i primi negozi Fiorucci a Londra e a New York. I suoi prodotti divengono subito un “must” negli ambienti del jet set internazionale: Bianca Jagger, Andy Warhol e Grace Jones sono i suoi primi estimatori.
Dopo il boom, nel 1990 Fiorucci cede l’attività alla giapponese Edwin International che mantiene a Milano il solo centro di design del gruppo. Nel 2003 crea il progetto Love Therapy, che comprende jeans, felpe, abiti e accessori.
Quindi la svolta animalista. Diventa vegetariano per ragioni etiche, dal 2011 è fra i garanti del manifesto “La coscienza degli animali”. Nel 2014 collabora con It@rt creando opere t-shirt esclusive a sostegno del Progetto Amazzonia del WWF e con una t-shirt denuncia contro le pellicce d’angora.