L’agonia di Jules Bianchi è finita. Il pilota 25enne della Marussia in coma dopo un incidente durante il Gran Premio di F1 del Giappone del 5 ottobre 2014, è morto questa mattina al Centre Hospitalier Universitaire di Nizza.
A darne l’annuncio è stata la famiglia: “Jules ha lottato fino alla fine, come ha sempre fatto – si legge nel comunicato – ma oggi la sua battaglia è arrivata alla fine“.
Per i genitori Philippe e Christine, suo fratelllo Tom, e sua sorella Mélanie: “Il dolore è immenso e indescrivibile. Vogliamo ringraziare lo staff medico del CHU di Nizza che lo ha curato con amore e dedizione”.
“Vogliamo anche ringraziare lo staff del General Medical Center nella prefettura di Mie, che ha assistito Jules subito dopo l’incidente, così come tutti gli altri dottori che si sono presi cura di lui negli ultimi mesi“.
Un ringraziamento anche al mondo della F1 che si da subito si è stretto attorno alla famiglia del giovane pilota: “Inoltre, ringraziamo i colleghi di Jules, gli amici, i tifosi e tutti coloro che hanno dimostrato il loro affetto per lui. questo ci ha dato grande forza e ci ha aiutato ad affrontare questi momenti difficili”.
“Sentire e leggere i numerosi messaggi ci ha fatto comprendere quanto Jules avesse toccato il cuore e le menti di così tante persone nel mondo – concludono – Vorremmo chiedere che la nostra privacy venga rispettata in questo momento difficile, mentre cerchiamo di fare i conti con la perdita di Jules”.
Jules Bianchi (nato il 3 agosto 1989 a Nizza) era entrato nella Ferrari Driver Academy nel 2010 esordendo in Formula 1 nel 2013 con la Marussia. Nei 34 Gran Premi disputati, sono stati due i punti conquistati (gli unici nella storia del team russo).
Dopo lo schianto di Suzuka entrò subito in coma. Fu ricoverato prima in Giappone e poi trasferito a Nizza, ma Jules non si è mai risvegliato. Questa notte il tragico epilogo dopo mesi di coma e flebili speranze.