Nuova apertura da parte del Pentagono: sarebbe infatti pronto a far cadere il divieto che impedisca ai trans di prestare servizio militare, eliminando in questo modo l’ultima barriera di tipo sessuale ancora presente.
A darne notizia è stata l’agenzia di stampa Associated Press: la decisione quindi non è stata ancora formalizzata ma l’agenzia annuncia che le conferme arriveranno in settimana.
> AMMESSI LEADER GAY ANCHE TRA I BOY SCOUT
Il provvedimento non sarà subito esecutivo. Ci vorranno 6 mesi per le necessarie valutazioni anche di tipo medico, legale e amministrativo, ma anche per capire le ripercussioni di questa scelta. Ad ogni modo per ora la decisione riguarda solo i transgender che già prestano servizio nelle Forze armate.
Secondo fonti del Pentagono, lo scopo sarebbe quello di impedire che i trans che già sono sotto le armi (sarebbero 15mila) siano costretti ad abbandonare la carriera militare. A quanto pare, nel prendere la decisione, i vertici militari hanno tenuto conto del successo registrato con l’eliminazione, nel 2011, del divieto che impediva ai gay di prestare servizio militare. E a giugno il ministro della Difesa Ash Carter aveva sottolineato che “vogliamo arrivare a un punto in cui nessuno presta servizio in silenzio e dove trattiamo tutti i nostri soldati, marinai, avieri e marine con la dignità e il rispetto che meritano”.
Un segnale che la decisione di ammettere i trans fosse vicina si è avuta già all’inizio dell’anno, quando le forze armate hanno approvato la terapia ormonale per Bradley Edward Manning, il soldato talpa di Wikileaks adesso diventato donna con il nome di Chelsea. Manning si trova in una prigione militare, dove dove scontare un pena di 35 anni, e resta un militare dell’esercito.