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Maxisequestro alle società gestite dai D’Arrigo | La guardia di finanza sequestra oltre 3 milioni

Oltre 3 milioni di euro valgono i beni che sono stati distratti dal fallimento delle società D’Arrigo S.r.l., Oxidal S.r.l. e 4D Costruzioni S.r.l., riconducibili alla famiglia D’Arrigo. A portare a termine il sequestro la guardia di finanza di Catania.

A emettere il provvedimento è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale catanese: le tre società, che operavano già nel settore della lavorazione industriale del vetro e dell’alluminio, sono state dichiarate fallite dal tribunale nel 2013 e nel 2014. I loro debiti ammontavano a 6,5 milioni di euro: 6 di questi le società li dovevano esclusivamente all’erario.

A essere indagati per bancarotta fraudolenta patrimoniale documentale sono Antonino Salvatore D’Arrigo – 36 anni, ex amministratore della D’Arrigo S.r.l., amministratore di fatto di tutte le società coinvolte – , Rosaria Tiziana D’Arrigo – 46 anni, ex amministratore della 4D Costruzioni S.r.l. – , Anna Maria Cannizzaro – 66 anni, ex amministratore della Oxidal S.r.l. – e Agrippino Cuvello – 55 anni, amministratore della Sicilia Progetti S.r.l.

I magistrati catanesi, per accertare eventuali responsabilità per bancarotta fraudolenta dei rappresentanti legali pro-tempore delle aziende, hanno delegato specifici approfondimenti al nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, che ha ricostruito un articolato sistema fraudolento finalizzato alla distrazione dei patrimoni.
Si sarebbe sviluppato in due distinte fasi: nella prima, gli amministratori avrebbero svuotato le società indebitate dei beni aziendali e delle commesse simulandone la cessione, con falsi contratti, a “società di comodo” intestate a prestanome ma in realtà riconducibili agli stessi amministratori. I beni, costituiti da macchinari industriali, linee di produzione, materie prime, arredi e automezzi, sono stati trovati e sequestrati nelle sedi di due società – “Sicilia Progetti S.r.l.” e “Ditta individuale Crystal di Marchese Concetta” – appositamente costituite dagli indagati e intestate a ex dipendenti “teste di legno”.
Nella seconda fase, per ostacolare eventuali indagini, avrebbero trasferito all’estero (in particolare a Londra) le sedi delle tre società in pendenza delle procedure fallimentari. Le aziende sottoposte a sequestro continueranno ad operare attraverso la gestione di un amministratore giudiziario.
Redazione

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