Cos’è che determina l’età della prima volta? La propensione a sposare una persona piuttosto che un’altra? La nostra fedeltà? E l’orientamento sessuale? Le risposte a tutti questi quesiti potrebbero essere nascoste nel nostro Dna.
A sostenerlo è uno studio appena pubblicato su Sexual Medicine Review, condotto dal genetista e rettore di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, e dal sessuologo Emmanuele Jannini, presidente della Società italiana di Andrologia e medicina della sessualità.
Stando a questa ricerca, basata sull’osservazione dei comportamenti di diversi animali (come le arvicole delle praterie), ha permesso di stabilire come i geni funzionino a mo’ di “hardware” che regola le scelte e i comportamenti sessuali di base.
In particolare, il Dna influenzerebbe il livello di produzione di dopamina e serotonina: il primo è l’ormone della ricerca della ricompensa, mentre il secondo dell’appagamento, e quindi della capacità di accontentarsi. Se a prevalere è il primo è più facile cedere al tradimento. Inoltre, uno dei geni che regolano il livello di dopamina (Drd4) sembra anche legato all’età del primo rapporto, che tende a mantenersi costante in famiglia.
Anche la percezione della bellezza è fortemente innata. Quando gattonano i bambini si dirigono verso il viso più bello, armonico, sano. Se gli uomini eterosessuali sono attratti da un volto con tratti marcatamente femminili e gli omosessuali da tratti marcatamente maschili, le donne e i transessuali preferiscono, invece, i visi delicatamente maschili.