Nuovo brutto scivolone per la Borsa di Milano. Era prevedibile dopo il risultato del referendum greco e a trascinare giù i listini sono stati soprattutto i titoli bancari. La chiusura di Piazza Affari fa registrare un – 4,03% che porta l’indice FTSE MIB a 21.600 punti. Male le altre borse europee, con ribassi oscillanti tra l’1,5% e il 2,5%. Lo spread è risalito in area 162 mentre l’euro ha tenuto.
Apertura negativa per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,50% a 17.634,07 punti, il Nasdaq cede lo 0,82% a 4.968,57 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,54% a 2.065,60 punti.
Le Borse asiatiche hanno aperto quasi tutte con il segno negativo dopo il No del referendum in Grecia contro le misure di austerità della Unione Europea in cambio di altre risorse economiche. L’ipotesi di una possibile uscita di Atene dall’Eurozona hanno fermato i mercati: la Borsa di Tokyo, prima in Asia tra le grandi piazze finanziarie ad aprire, ha avuto una brusca frenata dell’1,65% poi migliorata di pochi decimi di punto (-1,5%).
Reazioni negative, in alcuni casi con parziali recuperi, a Sydney (-1,2%), a Seul (-0,94%), Taiwan (-0,45%), Singapore (-0,68%), Malaysia (-1,30%) e Hong Kong (-0,93%). Discorso a parte per Shanghai, dove il Composite ha segnato un rimbalzo di quasi il 6%, dopo il 30% bruciato in 3 settimane.
L’euro ha ridotto le perdite iniziali sul dollaro e sulla piazza valutaria nipponica portandosi a 1,1047 (-0,60%). La moneta unica ha recuperato anche sullo yen (-0,72%, a 135,45), sulla sterlina (-0,58%, a 0,7097) e sul franco svizzero (-0,21%, a 1,0421).