Sequestrati beni per un valore stimato in 3,6 milioni di euro dai carabinieri del Ros di Catania nell’ambito dell’inchiesta Iblis che ha coinvolto l’imprenditore Ferdinando Bonanno.
È il 6% delle quote azionarie di Eurospin Sicilia che dopo la morte dell’uomo, avvenuta il 27 marzo 2014, è stato trasferito ai suoi eredi. Il provvedimento, richiesto dalla Dda della Procura etnea, è della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania.
Secondo l’accusa, Bonanno, che il 27 maggio del 2013 è stato condannato dalla Corte d’appello di Palermo a 4 anni e 8 mesi di reclusione per concorso esterno all’associazione mafiosa, in qualità di responsabile del settore sviluppo di Eurospin Sicilia operava nella individuazione dei luoghi per l’apertura di nuovi punti vendita della società. E per questo sarebbe entrato in rapporti con i vertici di Cosa nostra di Catania, ed in particolare i fratelli Alfio e Vincenzo Aiello, quest’ultimo all’epoca rappresentante provinciale della famiglia Santapaola-Ercolano, e Rosario Di Dio, indicato come il boss di Ramacca e Palagonia.
Attraverso i fratelli Aiello, secondo la ricostruzione dei carabinieri del Ros di Catania, l’imprenditore avrebbe messo in contatto con l’allora boss latitante Giuseppe Falsone per aprire punti vendita nell’Agrigentino. Ipotesi accolta da Falsone che, investendo della questione l’allora capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano, cercava di scalfire il progetto di espansione nell’Agrigentino di altra catena di supermercati promosso da Matteo Messina Denaro.