Un tatuaggio è per sempre? No davvero. Aumenta ogni giorno di più il numero dei tatuati pentiti dell’inchiostro che ne ricopre il corpo, ma ormai i tattoo non sono più permanenti. Oggi, infatti, è possibile rimuoverli grazie al laser. Stando all’Aicpe, l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, soltanto nel 2014 sono stati ben 12 mila gli italiani tatuati che hanno deciso di ricorrere alla rimozione. Ma la stessa associazione avverte: togliere un tatuaggio è molto più difficile che farlo.
Secondo Luca Siliprandi, vice presidente Aicpe, l’efficacia del trattamento dipende dal colore, dal tipo di pigmento e dal fototipo del paziente (cioè dal colore della sua pelle), ragion per cui troppi sono i fattori in gioco e non sempre è facile intervenire, soprattutto quando l’inchiostro è penetrato in profondità. Ovviamente le probabilità aumentano se ci si affida a professionisti che utilizzano le tecniche più moderne: al momento i più efficaci sono i laser Q-S (q-switchati), basati su un impulso laser che dura solo pochi miliardesimi di secondo e che distrugge le cellule entro le quali sono accumulati i granuli di pigmento, spezzandoli in frammenti più piccoli espulsi poi coi liquidi corporei.
Nonostante ciò, la rimozione dei tatuaggi è un processo lungo: la scomparsa è infatti progressiva e per ottenere l’eliminazione spontanea dei pigmenti è necessario sottoporsi a più trattamenti adeguatamente distanziati l’uno dall’altro. A contare è anche l’età del tatuaggio. Generalmente quelli più “giovani” sono più difficili da rimuovere, così come quelli di colore verde, azzurro o, ancora peggio, giallo.
Ma è doloroso rimuovere un tatuaggio con il laser Q-S? Abbastanza, e per questo in genere viene consigliato di applicare una crema anestetizzante mezz’ora prima di iniziare il trattamento, mentre durante la procedura si fanno impacchi con il ghiaccio. Una volta terminata la seduta, gli esperti indicano di applicare per circa due giorni degli unguenti antibiotici e medicare la zona con garze vaselinate fino a quando non si formeranno le croste. Una volta terminato definitivamente l’intero percorso si dovrà evitare per almeno un mese l’esposizione agli Uv ed usare filtri solari con protezione alta.
In alcuni casi la rimozione non è consigliabile, per esempio per chi ha la pelle olivastra, mulatta o nera o comunque di colore più scuro del tatuaggio da rimuovere in quanto corre un forte rischio di alterare la pigmentazione. Inoltre, il trattamento è vietato anche a chi ha la tendenza a sviluppare cicatrici ipertrofiche o cheloidee e a chi presenta infezioni attive della pelle.