La tappa di Bob Dylan a Roma, lunedì sera alle Terme di Caracalla, ha registrato il tutto esaurito. A distanza di quattro mesi dall’ultimo “Shadows in the Night“, Dylan – che è in tour, senza soste, dal 1988 – è tornato in concerto, con la band che lo accompagna sui dischi da ormai quasi quindici anni, da “Love and Theft“: Stu Kimball alla chitarra acustica, Tony Garnier al basso e al contrabbasso, George Receli alla batteria, Charlie Sexston alla chitarra elettrica e Donnie Herron alla chitarra orizzontale slide, al violino e al banjo. In questi concerti, Dylan suona il piano e l’armonica.
Nonostante una partenza un po’ fiacca, in cui il menestrello di Duluth sembrava quasi aspettare la fine del concerto per potere finalmente tornare nei camerini, la scaletta si è concentrata sugli ultimi anni di carriera dell’artista, tornando sul passato con brani come “Tangled Up in Blue“, “Simple Twist of Fate“, “She Belongs to Me” e “Blowin’ in the Wind“. Tutte canzoni eseguite in versione rivisitata, come se arrivassero da un altro disco, uno di quelli che Dylan non registrerà mai, per mantenere uno sciamanico alone di mistero sulla sua musica.
E poi “Things Have Changed“, “Beyond Here Lies Nothin'”, “Workingman Blues #2”, “Duquesne Whistle“,”Full Moon and Empty Arms“, “High Water (For Charley Patton)” e “Early Roman Kings”.
La prossima tappa di Dylan, mercoledì, toccherà il Lucca Summer Festival. Il suo set sarà aperto da Francesco De Gregori. Al menestrello americano l’autore di “Rimmel” si è ispirato senza mai nasconderlo, ma di suonare insieme sul palco di Lucca non se ne parla: lo ha subito messo in chiaro il cantautore romano. “Ammiro tantissimo Dylan – ha spiegato De Gregori – ma non faremo alcun duetto a Lucca. Io aprirò il suo concerto, lui poi suonerà con la sua band. Nessuno si aspetti un duetto o una collaborazione tra noi due, perché non si può improvvisare nulla di tutto questo con Dylan“.