Le cose, per il Catania si mettono davvero male dopo l’ammissione del presidente Antonino Pulvirenti sulle combine contestate dalla Procura avvenute nel corso del campionato appena concluso di serie B. Manovre poco limpide con l’obiettivo di salvare il Catania da una retrocessione che faceva paura.
Oggi era il giorno degli interrogatori di garanzia riguardanti l’inchiesta ‘I treni del gol’ basata sulla presunta compravendita da parte del Catania di alcune partite dello scorso campionato di Serie B. Il presidente etneo Antonino Pulvirenti e l’amministratore delegato della società, Pablo Cosentino, sono stati sentiti in mattinata dal gip Fabio Digiacomo alla presenza del pm Alessandro Sorrentino.
Il patron rossazzurro, secondo quanto dichiarato dal procuratore Giovanni Salvi alla stampa, “ha ammesso di avere comprato le cinque partite al centro dell’inchiesta a partire da Varese-Catania nel corso di un lungo interrogatorio”.
Per evitare la retrocessione del suo club – ha confermato Pulvirenti – sarebbero stati pagati centomila euro per ogni gara truccata. Il numero uno etneo ha però negato di avere scommesso, ma di avere agito per salvare il Catania.
I contatti dal patron catanese, affermano i suoi legale tramite una nota ufficiali del club, sarebbero avvenuti per “condizionare il risultato di alcuni incontri”, ma ritiene che i tentativi di combine “non abbiano avuto alcuna reale incidenza sull’esito degli incontri”.
Cosentino ha invece dichiarato di essere del tutto estraneo ai fatti contestati. Nessuna combine, dunque, secondo Cosentino: “Se lo avessi fatto sarei stato un folle, se lo ha fatto Pulvirenti è un folle lui. Non conosco nessuno degli altri indagati tranne Delli Carri col quale avevo rapporti di lavoro”.
Pablo Cosentino era accompagnato dal suo legale, Carmelo Peluso. Durante l’interrogatorio l’ad ha sottolineato come il suo compito nel Catania sia stato quello di costruire una squadra forte con un obiettivo preciso: “fare un club forte per vincere il campionato”. Cosentino ha ribadito al gip di essersi già dimesso da ogni incarico dal calcio Catania e che domani gli scade il contratto con la società etnea.
“Se questo fatto fosse vero sarebbe tutto l’opposto di quello che ho sempre fatto per il Catania – ha continuato – non avrei fatto una campagna acquisti a gennaio dispendiosa per potenziare la squadra, sarebbe veramente tutto contro quello che era il mio obiettivo: fare un club forte per vincere il campionato. Se avessi tentato di comprare delle partite – ha osservato – sarei stato un folle, e se Pulvirenti lo ha fatto è un folle”.
Il gip sta interrogando il presidente del Catania Antonino Pulvirenti. L’imprenditore Luca Impellizzeri, invece, si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Nei giorni scorsi sono emersi nuovi dettagli riguardo l’inchiesta denominata ‘Il treno del gol’: si è ipotizzato il coinvolgimento di altre quattro squadre di Serie B, ossia Bari, Cittadella, Brescia e Carpi, nonché quello del presidente della Lazio, Claudio Lotito. Al momento, però, non c’è ancora nulla di certo, gli investigatori stanno continuando ad esaminare le intercettazioni alla ricerca di prove a sostegno di questa tesi.