Prima un dibattito infuocato, dai toni molto accesi, poi un accordo per la distribuzione dei profughi su base volontaria. Il “siparietto” è andato in scena stanotte al Consiglio europeo che avrebbe dovuto decidere la nuova politica Ue dell’immigrazione.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe attaccato i colleghi che si sono espressi contro la ripartizione obbligatoria dei richiedenti asilo da Italia e Grecia. “Se non siete d’accordo sui 40 mila non siete degni di chiamarvi Europa”, avrebbe detto Renzi, per poi aggiungere “se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela. O c’è solidarietà, o non fateci perdere tempo”. Il premier è stato appoggiato anche dal capo della diplomazia europea Federica Mogherini: “Se l’Europa non riesce a redistribuire 60 mila migranti vuol dire che non siamo la grande Europa che può andare a negoziare in giro per il mondo”, aveva dichiarato.
Alla fine il Consiglio Europeo ha approvato una soluzione di compromesso. I 40 mila richiedenti asilo da Italia e Grecia saranno redistribuiti in tutti gli altri paesi entro due anni. A questi si aggiungeranno altri 20 mila in base ad un accordo che dovrà essere definito entro la fine di luglio dai ministri dell’Interno. Il clima di tensione si è acceso dopo lo scontro tra il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio Donald Tusk che appoggiava i paesi contrari all’accoglienza dei migranti. Molte nazioni, soprattutto dell’Est, hanno preteso che nel testo non si parlasse di meccanismo “obbligatorio” ma “volontario”, anche se poi entrambe le diciture sono scomparse dal documento definitivo. È stato inoltre deciso di escludere dal meccanismo Ungheria e Bulgaria, due paesi che ricevono moltissimi migranti dall’Est e dalla Turchia.
Nelle dichiarazioni del dopo summit, Renzi ha sottolineato che l’accordo è “un primo passo perché la politica dell’immigrazione sia europea” sottolineando l’importanza del “principio assunto che non si tratta solo di un problema dell’Italia o della Grecia ma di tutta l’Europa: questo mi sembra un fatto positivo sapendo che c’è ancora moltissimo da fare. Se di fronte a un piccolo numero come 40 mila persone non vi fosse stata solidarietà, sarebbe stata presa in giro nei confronti dell’Europa, di cui siamo stati fondatori con altri cinque paesi per la libertà, la democrazia e i valori condivisi: non può essere la patria dell’egoismo, ma della condivisione dei valori: aver raggiunto oggi questo accordo è stato importante”.