L’Italia rompe ogni indugio e compie un passo formale per la soluzione del caso dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati in India dell’uccisione di due pescatori, scambiati per pirati.
Il governo ha attivato oggi l’arbitrato internazionale – dice una nota del ministero degli Esteri– nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. La decisione, che il Parlamento aveva sollecitato, è stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l’India e di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia.
L’Italia chiederà immediatamente l’applicazione di misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in Patria di Girone nelle more dell’iter della procedura arbitrale. Da parte italiana, vi sarà un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione italiana sulla giurisdizione e sull’immunità. Obiettivo è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei nostri due Marò ai quali il governo rinnova la sua vicinanza.
Il governo nelle ore precedenti l’attivazione dell’arbitrato ha informato della decisione i Presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.
Salvatore Girone ha commentato con un post sul suo profilo facebook: “Cari amici, l’arbitrato internazionale sia un momento di unità per il Nostro Paese. L’avvio è una bella notizia!”.
Più lapidario, Massimiliano Latorre: “Bene arbitrato. Ora TUTTI Uniti!”.
La discussione del caso davanti alla corte suprema indiana, intanto è slittata dal 7 al 14 luglio.