L’assessore regionale alle Infrastrutture della Regione Calabria, Nino De Gaetano (Pd), è stato colpito da un’ordinanza cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Erga Omnes” sulla gestione dei fondi dei gruppi consiliari durante la passata legislatura. De Gaetano, non rieletto in occasione delle ultime elezioni, è comunque componente dell’attuale Giunta di centro-sinistra ed è stato sottoposto agli arresti domiciliari. L’intera giunta regionale attualmente in carica (escluso il presidente) è indagata nell’ambito dell’inchiesta.
L’assessore regionale calabrese ha annunciato questa mattina stessa le dimissioni dall’incarico di giunta e comunicato l’autosospensione dal Partito democratico. Il politico si definisce comunque estraneo ai fatti contestatigli e definisce “un atto politico dovuto” le sue dimissioni, ringraziando il governatore Mario Oliverio per la fiducia riposta nella sua nomina.
C’è anche il senatore di Ncd Gianni Bilardi tra gli indagati che era stato eletto al Consiglio calabrese prima di passare a palazzo Madama. Anche per il politico ci sarebbero gli arresti domiciliari ma la Procura ha chiesto l’autorizzazione a procedere alla giunta del Senato, come da procedura.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria riguarda la gestione dei fondi dei gruppi consiliari. I Finanzieri del comando provinciale, nel corso hanno sequestrato beni per 2,5 milioni di euro nei confronti di 27 persone.
Anche il vicepresidente Vincenzo Ciconte e l’assessore Carlo Guccione sono destinatari del provvedimento che dispone il sequestro di beni corrispondenti alle somme che sarebbero state distratte, secondo la Procura di Reggio Calabria, dalle finalità istituzionali nella precedente consiliatura. Al primo sono contestati oltre 69mila euro mentre al secondo 27mila euro. A De Gaetano la contestazione è di importo superiore a 410mila euro.
Complessivamente sono tre ex consiglieri della Regione Calabria agli arresti domiciliari e altri cinque colpiti da divieto di dimora. L’accusa, a vario titolo, è di peculato e falso per alcuni episodi che si sarebbero verificati nella precedente amministrazione calabrese.
Le indagini, effettuate anche attraverso intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, avrebbero consentito di individuare differenze sostanziali tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei gruppi consiliari regionali negli anni 2010/2011/2012 e le presentazioni del rendiconto annuale. In alcuni casi sarebbe stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese per ottenere un doppio rimborso.