“W la mafia, sono disposto a pagare il pizzo” | A Palermo lo sfogo del titolare di un pub

di Redazione

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“W la mafia, sono disposto a pagare il pizzo” | A Palermo lo sfogo del titolare di un pub

| mercoledì 24 Giugno 2015 - 17:51

“Sono disposto a pagare il pizzo, purché ci siano regole forti e chiare, conto sulla mafia e sulla sua serietà”: a scriverlo, in un post sul suo profilo Facebook, non è un criminale, non è un commerciante a cui è stata fatta l’ennesima minaccia mafiosa.

È Giovanni D’Alia, il titolare di un locale nel cuore di Palermo, l’Antiruggine Pub, che si è sfogato sul social network dopo avere ricevuto dalla polizia municipale la notifica di chiusura dell’attività per cinque giorni. Una misura ritenuta talmente ingiusta da spingerlo a rivolgersi apertamente – forse per provocazione, forse ironicamente – alla mafia, con cui possono essere fatti “patti chiari e amicizia lunga”.

W LA MAFIA!!! Sì, w la mafia“, così si apre il post di D’Alia, che aggiunge poi: “È più coerente, non porta una divisa, non entra nella tua vita con la presunzione di colpevolezza, non si traveste da tutore dell’ordine, non ti prende per il culo con regole finte che cambia sempre a favore suo”.

È quella la mafia, non puoi sbagliare“, sostiene il titolare del pub, continuando a definire la criminalità organizzata “affidabile, precisa, puntuale”. La polizia, al contrario – peggio se polizia municipale – farà trovare “un mondo al contrario” rispetto a quello che era stato promesso. “Almeno, con la mafia, patti chiari e amicizia lunga“.

Tra dicembre 2014 e giugno 2015, la polizia municipale avrebbe fatto due verbali al locale: uno lo avrebbero richiesto proprio i condomini della piazzetta dell’Antiruggine Pub, l’altro risale a ieri sera, quando “non sapendo cosa contestarmi, uno dei Quattro dell’Apocalisse (il riferimento sembra essere indirizzato ai quattro agenti delle forze dell’ordine, ndr.) è uscito fuori e ha misurato lo spazio avuto con regolare concessione, contando[lo] a passi, sì, avete capito bene, a passi”. “Come quando volete dare una misura grossolana” e un passo viene fatto equivalere a un metro, ha spiegato D’Alia.

In aggiunta a quella che viene definita una “dimostrazione di forza, perché lui è un vigile, e io chi minchia sono?”, al titolare oggi è stata comunicata la chiusura per 5 giorni, da venerdì a mercoledì prossimo. L’intero post sembra una provocazione piena d’impotenza. D’Alia lo dice apertamente: “Stanotte ho toccato il fondo”. Passino le nuove regole sulla vita notturna – il negare l’amplificazione all’esterno e il dare vetro dalla mezzanotte in poi – ma “questa nuova norma” non doveva anche impedire “la chiusura di cinque giorni dopo la seconda multa nell’anno solare”?

“I politici lo sappiamo come sono, e vabbé: per cinque giorni, ma sì, andiamocene tutti al mare”, è così che si chiude il post, prima di arrivare alla parte più disarmante, forse più provocante: “A tutti i mafiosi in ascolto, sono disposto a pagare il pizzo, purché ci siano regole forti e chiare. Conto su di voi e sulla vostra serietà“.

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