Dopo la dura presa di posizione di ieri sul trattato di Dublino, ecco il nuovo dietrofront dell’Ungheria. Non ci sarà nessuna sospensione unilaterale del trattato sui richiedenti asilo già registrati come tali in altri Stati europei.
Decisiva è stata la mediazione del ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz. In seguito, infatti, il collega magiaro ha dichiarato a sorpresa che: “L’Ungheria non ha sospeso nessuna norma dell’Unione”.
Pochi giorni fa sempre il governo di destra guidato da Viktor Orban aveva annunciato la costruzione di un muro di 4 metri di altezza lungo la frontiera con la Serbia per un tracciato di 175 chilometri. Lo scopo è quello di interrompere la cosiddetta “rotta dei Balcani”.
Se da un lato c’è un’Ungheria che fa passi indietro, dall’altro c’è l’Italia di Matteo Renzi che guarda con fiducia al futuro: “Il 24 giugno 2014 59.600 cittadini erano sbarcati sulle coste italiane, oggi il numero è sostanzialmente analogo ma c’è una novità profonda. È finalmente una priorità nell’agenda politica europea”.
“Possiamo affrontare il tema immigrazione con lo scontro politico, possiamo stare in campagna elettorale permanente – ha proseguito Renzi in Senato oppure in modo solido come grande Paese”.
Poi la precisazione: “L’Italia non è il Paese dei Balocchi. Chi ha diritto all’accoglienza deve essere accolto, l’Italia non è il Paese dei balocchi, ma un grande Paese che può farcela da solo. È l’Europa che non può pensare di fare da sola: non può pensare di avere una politica estera affidata ai singoli Stati”.
Infine l’apertura sul “tabù”: “Tutte le forze politiche diano una mano in questo sforzo del governo italiano e, guardo alla sinistra di quest’aula – conclude – non possiamo avere più paura del concetto di rimpatrio. Lo sforzo che noi facciamo è di investire sulla cooperazione internazionale”.