La polizia ha arrestato il presunto autore dell’uccisione del benzinaio Nicola Lombardo, di 44 anni, avvenuta sabato 20 giugno, a Palermo. È un pensionato di 63 anni, Mario Di Fiore, ex manovale. L’uomo ha confessato dopo essere stato identificato grazie alle immagini di alcune telecamere di sorveglianza.
E’ stata anche ritrovata l’arma del delitto, una pistola calibro 7,65 detenuta illegalmente. Di Fiore, oltre alla pistola, aveva in casa un fucile da caccia, una 357 magnum e numerose cartucce. La pistola era tenuta in un magazzino a Ficarazzi: era dentro un secchio, nascosta da stracci. Mario Di Fiore girava armato, pare per difesa poiché in passato aveva subito due rapine: da 5 e da 7 milioni.
Il capo della squadra mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti, ha spiegato che Di Fiore è stato rintracciato grazie al frammento di una targa. “Sono state controllate 15 mila targhe fino a quando abbiamo individuato una Grande Punto che apparteneva ad un uomo di 60 anni, l’ex imprenditore appunto. Sono state fatte migliaia di combinazioni. Raggiunto nella casa a Brancaccio l’uomo ha iniziato ad ammettere di avere commesso il delitto. La confessione non è bastata. Siamo riusciti a ritrovare l’arma del delitto”.
Il benzinaio è stato raggiunto da un colpo di pistola alle spalle; il pensionato, secondo l’accusa, avrebbe fatto fuoco dopo un litigio per il prezzo del pieno. In pratica la lite sarebbe stata originata dal fatto che il pieno di benzina era costato 68 euro anzichè 60 come al solito. Da qui è nata la discussione sfociata nell’omicidio.
Di Fiore è stato fermato lunedì sera dalla squadra mobile di Palermo con l’accusa di omicidio; il Pm Ennio Petrigni gli ha contestato anche l’aggravante dei futili motivi.