La storica e viscerale rivalità tra Palermo e Catania rischia di toccare in queste ore uno dei suoi picchi storici. Con il presidente Pulvirenti e parte della dirigenza etnea finita in manette con l’accusa di “compravendita” di partite in Serie B, i tifosi rosanero hanno letteralmente preso d’assalto i social. Infierire è la parola d’ordine, gli sfottò rossazzurri post retrocessione della stagione 2012-2013 non sono mai stati perdonati.
Ad essere tornate d’attualità sono le dichiarazioni di Pulvirenti nell’anno della retrocessione del suo Catania: “Non faremo la fine del Palermo – aveva detto quando il discorso salvezza era ancora aperto – La situazione è difficile e questo è sotto gli occhi di tutti ma prima di parlare di queste cose io credo che sia doveroso aspettare. Questo gruppo ha grandi qualità tecniche e morali che permetteranno di abbandonare questa posizione di stallo“.
“Noi non siamo retrocessi, non ci sentiamo da Serie B e ce la giocheremo fino alla fine – disse – Il Catania non è da Serie B, abbiamo fatto due errori: uno, trattenere quei giocatori che volevano andare via, due non dare spazio a quei ragazzi, come Frison, che meritavano di avere più spazio. Non voglio sentire parlare di Serie B. In ogni caso, se dovesse succedere, pazienza”.