Il presidente del Catania calcio, Antonino Pulvirenti, il suo vice Pablo Cosentino e l’ex direttore sportivo del Catania Daniele Delli Carri sono stati arrestati per frode sportiva.
L’ipotesi dei magistrati della Dda di Catania è che la società rossazzurra abbia “comprato” alcune partite dell’ultimo campionato di Serie B, per evitare la retrocessione in Lega Pro.
Sarebbero cinque le gare degli etnei (leggi qui l’elenco completo) finite al centro dell’inchiesta su presunte partite ‘comprate’ dalla società siciliana. Lo ha confermato il Procuratore di Catania Giovanni Salvi che ha detto: “Riteniamo che almeno 5 partite, forse 6, siano state truccate attraverso il pagamento di somme di denaro. L’inchiesta nasce dal fatto che il presidente del Catania Calcio Pulvirenti era pressato dai tifosi e temeva anche per la sua incolumità; per questo motivo si è rivolto alla Procura”.
“Le indagini – ha aggiunto Salvi – hanno poi preso un filone diverso che ci ha portato a questo risultato, cioè all’individuazione di cinque partite, quasi tutte consecutive, che sono state comprate con i risultati in favore del Catania. Giustizia sportiva? Ci metteremo in contatto certamente e trasmetteremo tutto ciò che è necessario. Per noi era importante concludere le indagini prima dell’inizio del prossimo campionato, per mettere tutti in condizione fare le loro scelte”.
L’operazione è stata denominata “I treni del gol” e ha preso spunto da intercettazioni telefoniche tra gli indagati che utilizzavano sempre lo stesso modus operandi parlando in codice. I “treni in arrivo” erano i giocatori da avvicinare; gli “orari di arrivo” le maglie che i calciatori avrebbero indossato in campo, così come gli investigatori hanno accertato per la partita contro il Varese. I giocatori corrotti avrebbero ricevuto in media 10 mila euro ciascuno.
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Sette in tutto le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti del Catania. Gli altri quattro destinatari di arresti domiciliari sono due procuratori sportivi e altrettanti gestori di scommesse on line. Gli altri quattro indagati posti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sono: Giovanni Luca Impellizzeri, di 44 anni, agente di scommesse sportive online; Piero Di Luzio, di 51 anni, (il Genoa ha smentito che abbia mai lavorato per il club rossoblu); Fabrizio Milozzi, di 44 anni, di Roma, e Fernando Antonio ‘Michele’ Arbotti, 55 anni, procuratore sportivo e agente Fifa.
Tra gli indagati ci sono anche il proprietario ed il direttore sportivo del Messina calcio Pietro Lo Monaco e Fabrizio Ferrigno, l’ad del Messina Calcio Alessandro Failla, il calciatore del Livorno Alessandro Bernardini, del Varese Riccardo Fiamozzi, del Trapani Luca Pagliarulo e Matteo Bruscagin. Nell’inchiesta sono indagate complessivamente 19 persone.
Il presidente del Catania Pulvirenti, tramite il suo avvocato Giovanni Grasso, fa sapere di essere estraneo alle accuse contestate e “certo di potere dimostrare la totale estraneità ai fatti”
L’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catania. L’indagine è stata condotta dalla Digos, in collaborazione con la Polizia postale. I dirigenti arrestati sono accusati, a vario titolo, di frode in competizioni sportive e truffa.
La polizia ha eseguito perquisizioni in tutta Italia, da Roma a Chieti, fino a Campobasso e a Catania. Il capo della procura della Figc, Stefano Palazzi, ha aperto un procedimento sul caso Catania, che ha portato oggi all’arresto del presidente della società etnea Pulvirenti per presunta compravendita di partite del campionato di Serie B. Palazzi ha chiesto alla Procura etnea gli atti dell’inchiesta.