È la settimana decisiva per le sorti della Grecia e del concetto stesso di Europa. Le nuove proposte del Paese guidato da Tsipras sono state ricevute dalla Commissione europea e “sono una buona base per fare progressi” nei negoziati che si svolgeranno all’Eurosummit. A scriverlo è Martin Selmayr, capo di gabinetto del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker.
“Le proposte greche sono un passo accolto con favore – ha annunciato lunedì mattina il vicepresidente della commissione Valdis Dombrovskis alla fine dell’eurogruppo – ma serve altro lavoro con le istituzioni. In settimana è prevista un’altra riunione, che farà arrivare un accordo”. C’è stato poco tempo per analizzare le proposte, “quindi non abbiamo potuto dare una visione d’insieme”, ha spiegato invece il presidente dell’eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Visione che arriverà alla fine di questa settimana.
E le ripercussioni di questa ventata di ottimismo si riflettono subito sui mercati. La Borsa di Atene chiude in forte rialzo, con l’indice Ase in progresso del 9% a 749,17 punti. Volano anche Francoforte, Parigi e Madrid che salgono di oltre il 3%. A Milano l’indice Ftse Mib è vicino ai massimi della mattinata e guadagna il 2,18%.
Io credo” che un accordo oggi sulla Grecia sia possibile. Così il commissario Ue per gli affari economici Pierre Moscovici in un’intervista a Radio Europe 1, secondo cui “l’ultima proposta del governo” di Atene “va nella giusta direzione”. Pessimista invece il ministro delle finanze finlandese, Alexander Stubb: “Non so se faremo un accordo, ho aspettative molto basse per la giornata”. “C’è stata un po’ di confusione con le versioni delle proposte arrivate – sostiene il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan – la mia aspettativa è che ci riuniremo di nuovo giovedì, prima del prossimo summit”. Per il ministro spagnolo dell’economia Luis De Guindos, “un accordo oggi non è possibile”.
Il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble entrando all’eurogruppo ha commentato il vertice così: “Non c’è niente di nuovo, non abbiamo ricevuto proposte di sostanza dalla Grecia, non si può preparare un summit senza di esse”. Ma icancelliere tedesco Angela Merkel, parlando a Magdeburgo, ha ribadito che una decisione sarà possibile sulla base di un accordo con le tre istituzioni. “Se l’intesa e la decisione su Atene non arrivano oggi – dice la Cancelliera – ci sono ancora molti giorni di tempo in questa settimana per arrivare a una decisione”.
Lo scontro all’Eurosummit è prevalentemente di carattere politico: un governo di estrema sinistra, l’unico di Eurolandia e il primo in Europa Occidentale dal dopoguerra, che si ribella alle politiche di austerità decise da istituzioni a guida democristiana. Il Governo Syriza non fa nemmeno un passo indietro pronto a dire “no” a un eventuale proposta troppo gravosa e gli altri Governi non possono permettersi di darla vinta a dei governanti della sinistra radicale che pretendono un taglio del debito, contestando l’austerity.
Sono diversi i timori dei Governi in carica nei confronti di ogni concessione a Syriza. Primo: un’apertura potrebbe spianare la strada a movimenti come Podemos in Spagna, M5S in Italia, Sinn Fein in Irlanda, Le Pen in Francia, e dare linfa a tutta la galassia euroscettica europea. Secondo: gli altri Paesi sotto programma o appena usciti, come Cipro, Portogallo, Irlanda, Spagna, potrebbero chiedere un alleggerimento delle condizioni a loro imposte in cambio degli aiuti.
D’altra parte, anche mantenere una posizione rigida potrebbe spingere la Grecia fuori dall’euro avrebbe delle ripercussioni politiche, perché pure un’Europa incapace di tendere la mano ad Atene darebbe argomenti agli euroscettici, soprattutto in un momento in cui è sotto accusa proprio perché incapace di mostrare solidarietà con la questione immigrazione. Il confronto non sarà facile, e comunque vada l’Eurozona non sarà più la stessa: se cederà a Syriza, sancirà la fine dei salvataggi in cambio di dure condizioni, e se non mollerà, cambierà per sempre forma con la prima uscita di un Paese dai 19 della moneta unica.
Secondo il premier Matteo Renzi “ci sono tutte le condizioni per l’accordo con la Grecia, non bisogna perdere questa finestra di opportunità“. Il premier ha poi rassicurato ancora una volta sul rischio contagio che per l’Italia non esiste. In base alle nuove proposte, Atene sarebbe pronta ad adottare misure fiscali permanenti pari al 2% del pil mentre i creditori chiederebbero misure per il 2,5%. Lo 0,5% mancante verrebbe coperto da altri “provvedimenti amministrativi”. Accetterebbero poi di abolire le pensioni anticipate dal 2016, e aumenterebbero il contributo di solidarietà richiesto a contribuenti e società. Ma tutto in cambio di una ristrutturazione del debito. Su questo punto, i creditori sono disposti ad offrire quello che già proposero Samaras a novembre 2012: un taglio degli interessi sui prestiti bilaterali, un’estensione delle scadenze dei prestiti Efsf di 15 anni e il pagamento di interessi differito di 10 anni.
“Le proposte greche sono un passo accolto con favore ma serve altro lavoro con le istituzioni. L’Eurogruppo si riunirà di nuovo in settimana, ci serve un accordo nei prossimi giorni”: lo ha annunciato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis al termine dell’Eurogruppo.
“Visto il poco tempo che le istituzioni hanno avuto per analizzare le nuove proposte non abbiamo potuto dare una visione finale. Ci hanno dato una prima impressione, ora parte subito il lavoro tecnico per fare i calcoli e raggiungere un accordo in settimana”: lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.