Marino Andolina, il medico triestino collaboratore di Davide Vannoni, famoso per il caso “stamina”, è stato arrestato dai carabinieri nell’ambito di un’operazione a Brescia contro un’organizzazione accusata di praticare false cure ai danni di una trentina di pazienti, alcuni anche minori.
Ad Andolina è stato notificato il provvedimento di arresti domiciliari; stessa sorte per per un medico bresciano e per altre tre persone estranee al mondo della medicina, due bresciani e un milanese (di Rho). Sette sono, invece, gli indagati, tra cui due medici.
Secondo quanto spiegato dai carabinieri, la cura – molto costosa – era fondata sul trattamento di cellule staminali ricavate dal tessuto adiposo ottenuto con interventi di liposuzione. Trattamenti eseguiti in uno studio medico di Brescia. Secondo gli investigatori, ai pazienti venivano somministrati farmaci definiti ‘innovativi’ ma in realtà, sostengono gli inquirenti, privi di efficacia terapeutica, potenzialmente pericolosi per la salute e prodotti senza autorizzazione alcuna.
Gli asseriti ‘prodotti farmacologici’, non autorizzati, non sperimentati clinicamente, privi dei prescritti requisiti di efficacia, sicurezza e qualità e potenzialmente pericolosi per la salute, venivano prodotti in un laboratorio svizzero e somministrati ai pazienti per via endovenosa senza alcuna valutazione clinica, in ambienti extraospedalieri quali hotel, abitazioni private o laboratori di analisi cliniche.