Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato per lunedì alle 19 un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dei Paesi dell’area euro per valutare il caso della Grecia. “È giunto il momento di discutere la situazione in Grecia al più alto livello politico”, ha detto Tusk con un messaggio su Twitter, poco dopo la fine inconcludente dell’Eurogruppo dei ministri delle Finanze.
Più diretto, invece, il vicepresidente della Commissione Ue Valdi Dombrovskis che, al termine dell’Ecofin, avverte: “Purtroppo giovedì non c’è stato accordo, le posizioni sono molto divergenti. Abbiamo segnalato ai greci che devono impegnarsi nei negoziati, il tempo è agli sgoccioli e la prossima settimana deve essere l’ultima disponibile per decidere”.
Il leader greco Tsipras ha però accolto con favore il vertice straordinario: “È uno sviluppo positivo nel percorso verso l’accordo”, ha detto in un comunicato, “ci sarà una soluzione nel quadro delle regole Ue e della democrazia, che permetterà alla Grecia di tornare alla crescita”, ha ribadito il premier.
Tra quattro giorni, sostiene il numero uno del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde “la Grecia deve presentare proposte concrete, tangibili, credibili. Minori saranno gli aggiustamenti della Grecia, maggiori saranno i finanziamenti che serviranno. Se il 30 giugno la Grecia non pagherà la rata che ci deve, si troverà in default nei confronti del Fmi”. Il direttore dell’Fmi ha poi attaccato: “Possiamo arrivare a una soluzione solo se c’è dialogo. Un’emergenza chiara è al momento quella di ripristinare un dialogo tra adulti” confermando anch in caso di inadempienza da parte dell’Esecutivo ellenico, a partire dal 30 giugno “le regole del Fmi ci impediscono di procedere ad altri esborsi finché gli arretrati non saranno stati pagati”, ha spiegato Lagarde.
Il ministro greco delle finanze, Yanis Varoufakis, si è presentato con una serie di nuove proposte che qualcuno in sala ha declassificato a non meglio precisate “idee”. Cioè fumo, dicono i creditori niente di serio, le distanze su pensioni, Iva, riforma del mercato del lavoro restano tutte e non c’è un appiglio al quale appoggiarsi per costruire l’intesa.
E proprio sull’eventuale esborso della tranche della Grecia si è diviso l’Eurogruppo rimandando la decisione al summit di lunedì: “Impensabile un esborso entro il mese data questa situazione, l’estensione del programma sarà necessaria perché prima degli esborsi occorre un accordo, occorrono degli impegni precisi del governo greco e che la Grecia prenda delle misure”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, auspicando “un accordo politico”.