Realizzare il nuovo stadio sarà un’impresa tutt’altro che semplice per la Roma. Nella giornata di lunedì è stato presentato al Comune di Roma il progetto della struttura che dovrà sorgere a Tor di Valle, ma secondo quanto riporta il ‘Messaggero’, nel dossier di 800 pagine presentato al sindaco Marino “mancano i sondaggi idrogeologici nei terreni da espropriare (circa il 40 per cento del totale)”.
L’iter per la costruzione del nuovo impianto si preannuncia lungo e tortuoso: qualora dovesse arrivare in tempi brevi il via libera da parte dell’assessorato all’Urbanistica, andrebbero poi adottate delle disposizioni europee che allungherebbero ulteriormente una procedura già di per sé di difficile attuazione.
“E pensare – si legge sempre sul ‘Messaggero’ – che a dicembre il sindaco Marino ipotizzava addirittura la prima partita ‘a gennaio 2017’, massimo ‘novembre’. E invece, sei mesi dopo, l’apertura dello stadio slitta al 2018, presumibilmente non prima di settembre-ottobre, nel caso in cui l’iter proceda davvero molto spedito”.
A complicare la situazione, le polemiche di numerosi cittadini contrariati dal progetto tutt’altro che ambientalista del presidente della Roma, James Pallotta, che il quotidiano inquadra come ‘una colata di cemento da quasi un milione di metri cubi che rappresenta l’86% del nuovo insediamento’: “Molti cittadini del Comitato ‘Difendiamo Tor di Valle dal Cemento’ hanno protestato distribuendo volantini contro ‘l’ecomostro’ per ‘smascherare un’operazione che non ha non ha niente a che vedere con lo sport, ma molto con gli interessi economici dei soggetti della cordata’ “, conclude il Messaggero.