Lo sgombero dei migranti che erano fermi sugli scogli dei Balzi Rossi di Ventimiglia ha subito scatenato le reazioni dei politici italiani e francesi. E mentre i ministri dell’interno discutono a Lussemburgo le misure di ridistribuzione obbligatoria di 40.000 siriani ed eritrei che dall’Italia (24.000) e dalla Grecia (16.000) saranno spostati negli altri paesi dell’Unione, le posizioni della Francia le ha subito chiarite il ministro degli interni Bernard Cazeneuve, spiegando che “l’Italia deve essere responsabile: la Francia sta soltanto applicando le regole di Schengen e Dublino. È normale che gli immigrati vengano rinviati in Italia, visto che è il paese in cui sbarcano”.
“A Ventimiglia – ha affermato invece il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento per l’immigrazione del ministero dell’interno – bisogna convincere con fatica e pazienza i migranti che non possono andare in Francia perché un accordo maledetto come quello di Dublino non lo permette”.
Sulla stessa posizione è il ministro degli interni Angelino Alfano, che poco prima dell’incontro con i colleghi europei a Lussemburgo, ha definito le scene di Ventimiglia “un pugno in faccia all’Europa, la prova che i migranti non vengono in Italia per restarci, ma per spostarsi”.
“L’accoglienza è difficile, complessa e necessaria. Occorre solidarietà e intelligenza, cose di cui il nostro paese è capace di fare uso”, ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la visita a Vicenza.
Il presidente del Gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio, sostiene poi che, date le spese sostenute dall’Italia per accogliere i migranti, dovrebbe essere pagata una quota inferiore per partecipare all’Unione Europea: “Lo hanno già fatto diversi paesi dell’Europa settentrionale, partendo dalla Gran Bretagna. Hanno negoziato il contributo annuale esigendo una riduzione del dovuto. Il nostro paese paga sedici miliardi di euro all’anno per la partecipazione all’UE, ma al tempo stesso sostiene spese ingenti per l’accoglienza, valutabili nell’ordine di alcuni miliardi. Compensiamole. Questo argomento potrebbe rappresentare un punto di equilibrio, considerata l’indisponibilità dei paesi del nord a farsi carico dei migranti che arrivano in Italia dal Mediterraneo”.
Anche perché, i migranti – in attesa dello status di rifugiato politico – in Italia ci restano anche anni. Il governatore del Piemonte e presidente dimissionario della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, non ci sta: “Bisogna velocizzare l’iter, non possiamo tenere per anni le persone sul territorio senza sapere se hanno diritto a restare o no. Un mio assessore mi diceva che i migranti che fanno la domanda adesso si programmano per il 2017. È inconcepibile. Si crea disagio per tutti, oltre che una situazione di incertezza”.