La voce di corridoio, la notizia circolata sui social, aveva fatto spaventare gli studenti di tutta Italia, che domani cominciano con gli esami di maturità: la terza prova, che si terrà lunedì, avrebbe dovuto per forza contenere cinque materie al posto delle canoniche quattro, a cui tutte le scuole hanno abituato gli studenti, durante le esercitazioni dei mesi scorsi.
La circolare del Miur – secondo quanto scritto da La Stampa – era stata letta ieri ai presidenti di commissione, riuniti all’Itis Pininfarina di Moncalieri. Per effetto della riforma Gelmini, la terza prova avrebbe dovuto prevedere obbligatoriamente una quinta materia, che sinora era invece opzionale.
Nel tardo pomeriggio, la smentita del Ministero dell’Istruzione: nulla è cambiato, e il decreto in vigore resta quello del 2000, in cui si legge che la terza prova prevede “sino a cinque materie”. L’equivoco potrebbe essere nato da una interpretazione sbagliata del testo originale.