“Questa casa è una fortezza per Alberto Sordi, quando usciva metteva una maschera sorridente ma quando rientrava qui era una sorta monaco. Era tutto in ordine, perfetto, regnava il silenzio, la metodicità, gli orari della cena, del pranzo. Non voglio dire che era un Dr. Jakyll e Mr Hyde ma quasi”. Con queste parole il regista, attore e amico, Carlo Verdone, ha ricordato il rapporto che c’era tra Alberto Sordi e la sua villa di piazzale Numa Pompilio, che oggi è stata aperta al pubblico per la prima volta, luogo dove nascerà il museo dedicato al ricordo del grande Albertone.
Nel giorno in cui l’attore e regista scomparso il 24 febbraio del 2003 avrebbe compiuto 95 anni, la sua casa è stata riaperta e con lei anche il teatro all’interno dell’abitazione stessa.
“Questa casa, – ha detto Verdone- quando Sordi staccava la spina, era qualcosa di inviolabile, le persiane erano sempre chiuse a tre quarti. Un giorno gli dissi: »Perché non fai entrare un p0′ di luce. Lui mi risposte: “Mi si rovinano i quadri””.
“Alberto Sordi è veramente, senza retorica, il simbolo dell’Italia. Anche in presenza di un contenzioso tra gli eredi era giusto intervenire su beni di questa importanza. Per questo è stato fatto un censimento, sono stati vincolati più di 200 oggetti come pertinenziali alla casa e che quindi potranno rimanere solo qui. Continueremo in questo lavoro di tutela ma anche di valorizzazione di tutte le iniziative che si faranno”, lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini.