“Una pagliacciata lobbistica del cinema italiano”: così vennero definiti i David di Donatello, lo scorso anno, dal regista Gabriele Muccino. E quest’anno la scena si è ripetuta: se l’anno scorso il teatro delle considerazioni era stato Facebook, per l’edizione 2015 Muccino ha parlato tramite Twitter.
Nonostante le parole pesanti dell’edizione 2014, Muccino si è presentato ai David di quest’anno, “senza essere applaudito da nessuno“, ha scritto il regista Giuseppe Marco Albano. Doveva ritirare un premio speciale, e ha colto l’occasione per scagliarsi contro tutti. Contro il premio speciale (“Ieri sera ho ritirato un #David Speciale. Ma perché Speciale? Non ricevo candidature dal 2003 quando per #RicordatidiMe, su 13, ne vinsi 0″), contro la scarsa considerazione per i suoi film americani (“La Giuria dei #David non considero’ i miei primi 2 film americani nemmeno candidabili nella cinquina dei film stranieri. 450 mln$ nel mondo”), e contro i criteri dei David per le nomination (“Ad un certo punto mi sono chiesto, “ma premiano i più simpatici ( a loro ), i più sconosciuti o i migliori?”. Me lo chiedo da sempre”).