“Andrebbe praticato l’amore e il dialogo in posti come aeroporti e stazioni, luoghi di frontiera, per alimentare la fraternità tra le persone e preservare un clima sociale pacifico“: questo ha detto papa Bergoglio, rivolgendosi ai cappellani aeroportuali che hanno partecipato a un incontro organizzato dal Pontifico Consiglio per la pastorale dei migranti.
È una “situazione preoccupante – nelle parole di papa Francesco – quella dei passeggeri senza documenti, rifugiati o chiedenti asilo, che vengono tenuti nei locali aeroportuali per brevi o lunghi periodi, a volte senza assistenza umana e spirituale. È importante collaborare e mettersi in ascolto dello Spirito Santo, che crea unità nella diversità”.
Il riferimento è lampante: nelle parole del pontefice si rivedono i volti stanchi e provati dei migranti che affollano la stazione centrale di Milano e la Tiburtina di Roma, raramente considerati come altri esseri umani da soccorrere, quasi sempre ritenuti un problema da risolvere. Domenica 21 e lunedì 22 giugno, il Papa sarà a Torino, e in quell’occasione avrà un incontro con un gruppo di migranti.
C’è chi vuole chiudere le porte ai migranti, e c’è chi si schiera contro: lo ha fatto il papa, lo fa il premier Matteo Renzi, parlando al VII Forum Italia Latina e Caraibi tenutosi a palazzo Lombardia. “Identità e tradizione – ha spiegato il presidente del consiglio – non sono ostacolo alla globalizzazione. Oggi in tanti abbaiano alla luna, vivono sulle paure e pensano che la soluzione sia chiudersi a chiave in casa, ma non è così. Il globale ha prospettive entusiasmanti”. Che non può scoprire chi ha rabbia e paura, ma chi porta “coraggio e speranza”.