Minor uso della cassa integrazione, estensione del congedo parentale, rimandata la discussione sul salario minimo. Via libera da parte del Consiglio del Ministri a 4 nuovi decreti del Jobs Act e a due decreti legislativi “Sulle misure per la conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro” e sul “Testo organico semplificato delle tipologie contrattuali e revisione della disciplina delle mansioni”.
È stata istituita anche l’Agenzia dell’Ispettorato del lavoro “che definirà la programmazione ispettiva e le modalità di accertamento” e coordinerà anche gli ispettori di Inps e Inail. Una misura, secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che punta a “produrre coordinamento, evitando sovrapposizioni e rendendo più razionali le ispezioni”, ha spiegato l’esponente del Governo al termine del Cdm.
Tra le modifiche approvate c’è una limitazione sull’uso della cassa integrazione, che tra ordinaria e straordinaria potrà avere una durata massima di 24 mesi (30 mesi per le imprese edili) in un quinquennio mobile, contro i 48 mesi della condizione attuale. I mesi salgono a 36 con il ricorso alla solidarietà. Ulteriori sei mesi di disoccupazione straordinaria, e un fondo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, sono previsti nei casi in cui “l’impresa cessi l’attività produttiva e sussistano concrete prospettive di rapida cessione dell’azienda e di un conseguente riassorbimento occupazionale”. Poletti ha anche annunciato che in uno dei decreti al jobs act che andranno all’esame del Parlamento si prevede “un assegno di ricollocazione, nuovo strumento finalizzato al fatto che se un lavoratore perde un lavoro dopo 6 mesi, è possibile che abbia un assegno che può essere usato per acquistare servizi per ricollocamento”.
Ok definitivo anche per allungare il tempo per fruire del congedo parentale facoltativo portandolo da 3 a 6 anni e da 8 a 12 anni di età del bambino. Nel primo caso sarà pagato al 30% mentre l’altro non sarà retribuito anche se la durata resta di 6 mesi. Inoltre si riduce da quindici a cinque giorni il periodo di preavviso al datore di lavoro. Prevista anche la possibilità di “trasformare” il congedo parentale in part-time al 50%.Dal 2016, se non ci saranno le risorse necessarie, si torna alla norma originaria. Il governo valuterà inoltre “la possibilità di finanziare servizi di baby sitting e asili pubblici in prossimità dei luoghi di lavoro o di residenza della lavoratrice o, in alternativa, l’incentivazione di servizi innovativi quali il nido di famiglia o la “tagesmutter”.