Un lugubre giro di truffe attorno al cimitero di Poggioreale è stato scoperto dal gip del Tribunale di Napoli. Un gruppo di 17 persone, adesso indagate, scassinavano, svuotavano e poi rivendevano all’insaputa dei legittimi titolari vecchie cappelle.
Ad accorgersi della “compravendita” funeraria è stata una famiglia che, dopo essersi recata al campo santo dopo un lungo periodo, ha trovato la cappella ristrutturata e chiusa con un nuovo cancello. I militari della sezione di polizia giudiziaria della gdf hanno sequestrato una cappella e quattro nicchie.
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Secondo il gip del tribunale di Napoli, il giro di truffe si era consolidato anche grazie alla presenza di alcuni informatori che segnalavano i possibili obiettivi tra cappelle e loculi, alcuni risalenti all’800, che difficilmente sarebbero stati reclamati dagli aventi diritto.
Le vendite avvenivano anche online. Una cappella, successivamente sequestrata, è stata offerta a 800mila euro su un noto sito di vendite immobiliari. In un altro caso un manufatto funebre fu venduto per 245mila euro, contro i 40mila dichiarati nell’atto di compravendita.
Si stima un danno patrimoniale di 3,2 milioni di euro per il Comune, considerata la normativa vigente che vieta la compravendita tra privati consentendo all’amministrazione di riassegnare il bene ottenendo il prezzo per la nuova concessione.
Tra gli indagati figurano gli imprenditori del settore funerario Vincenzo Tammaro e Gennaro Reparato, sottoposti a obbligo di firma sin dal 2012, e il notaio Filippo Improta, sospeso per sei mesi dall’attività professionale.